Malarazza

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MALARAZZA

un film di Giovanni Virgilio
con Stella Egitto, Paolo Briguglia, David Coco, Cosimo Coltraro, Lucia Sardo
sceneggiatura: Luca Arcidiacono, Giovanni Virgilio ● fotografia: Giovanni Mammolotti
montaggio: Luca Carrera ● musiche: Giuliano Fondacaro
produzione: Movieside, Xenon
distribuzione: Mariposa Cinematografica
Italia, 2017 ● 98 minuti

v.o. in italiano

il Sud, la Sicilia e le periferie degradate di Catania (sono Librino e San Berillo, ma potrebbero essere molti quartieri in molte città) sono protagonisti di questo film crudo e drammatico, opera seconda (dopo La bugia bianca) low budget di Giovanni Virgilio.

la colonna sonora, realizzata con molta cura da Giuliano Fondacaro, gioca un ruolo fondamentale attraverso un mix di generi. Tra le canzoni quella di Arisa che per la prima volta canta in portoghese il brano “O pensamento de voc”. La canzone di Modugno, riscritta da Mirko Miro in versione rap, è accostata a brani neomelodici di Matteo Milazzo

Rosaria è una giovane mamma, moglie di Tommasino Malarazza, esponente di una nota famiglia mafiosa del quartiere Librino a Catania. Se una volta il nome Malarazza faceva tremare chi lo pronunciava, oggi non è più così e Tommasino è solo un boss in declino, privo di mezzi e denaro. Costretta a sposarsi perché rimasta incinta, Rosaria viene maltrattata e umiliata sistematicamente dal marito. La donna ha paura a ribellarsi e può contare solo sull’aiuto di suo fratello Franco, con cui si sfoga e confida. Franco è un uomo di cultura, ma è anche un transessuale che vive ai margini della società, ricevendo clienti in un pied-à-terre all’interno del quartiere di San Berillo. È proprio qui che la giovane si rifugia una notte dopo aver portato via di casa il figlio Antonino.

«Il film ci fa riflettere su quanto le periferie siano parte integrante delle città e che lo stato di degrado in cui sono lasciate non fa altro che aumentare ingiustizie e microcriminalità. Malarazza è una denuncia delle condizioni delle periferie urbane al fine di riflettere sulla crisi della legalità nelle aree più marginali dei territori, anche se spesso localizzate nei quartieri più centrali. Territori che domandano bellezza, giustizia e sicurezza per garantire un futuro e una speranza ai cittadini che vogliono affrancarsi dalla criminalità e dall’esclusione che logorano le loro vite. Sulla base della mia diretta esperienza ritengo che le amministrazioni locali facciano molto per ricucire gli strappi fra le periferie e il resto della città, ma purtroppo molte altre istituzioni restano a guardare. Come scriveva Italo Calvino, anche le più drammatiche e le più infelici tra le città hanno sempre qualcosa di buono. Quel qualcosa, però, dobbiamo scoprirlo e alimentarlo. Solo così avremo città migliori» (Giovanni Virgilio)

«La periferia come simbolo di sogni di gioventù traditi e trappole dalle quali, troppo spesso, diventa impossibile liberarsi. Parti integranti di una città pur nel loro stato di degrado e di abbandono, ma zone franche che fomentano la nascita di ingiustizie e di microcriminalità. Malarazza è un buon prodotto che riesce a destabilizzare il pubblico. E le interpretazioni degli attori incentivano gli effetti di un prodotto sospeso fra la drammaticità e il noir. Stella Egitto, giovane pallida e tragica, vittima di tutto ciò che la circonda, è affiancata da un ruvido e rozzo David Coco, in un’ottima alchimia resa funzionale dal regista Giovanni Virgilio. Malarazza è una ricerca invasiva se vogliamo, che Virgilio compie utilizzando la macchina da presa; ripercorrendo lo stile di Gomorra (ma anche di Napoli Napoli Napoli di Abel Ferrara) per enfatizzare una sorta di denuncia, compiuta da un regista che sente il bisogno di esprimere il suo dissenso verso uno status sociale assolutamente inaccettabile.» (Alessio Giuffrida, Nocturno.it)