Alps
Alpeis
un film di Yorgos Lanthimos
con Stavros Psyllakis, Aris Servetalis, Johnny Vekris, Ariane Labed, Angeliki Papoulia
sceneggiatura: Efthymis Filippou, Yorgos Lanthimos
fotografia: Christos Voudouris ● montaggio: Yorgos Mavropsaridis
distribuzione: Phoenix International Film
Grecia, Francia, Canada, USA, 2011 ● 93 minuti
v.o. greco-inglese con sott. italiano
vincitore del premio osella per la miglior sceneggiatura
al festival del cinema di venezia 2011
Dal regista di the lobster arriva finalmente in italia Alps, drammatica rappresentazione del dolore e del tentativo di preservarci da esso
Alps è il nome di un gruppo di quattro persone (un’infermiera, un paramedico, una ginnasta e il suo allenatore) che offrono, a pagamento, supporto alle famiglie che hanno perso i propri cari. In un clima di annullamento totale delle loro personalità, gli Alps rimpiazzano i defunti nelle attività quotidiane, ne ripetono gesti e abitudini e ne rinsaldano i legami con chi li circonda, in modo da non far pesare la loro assenza. Tuttavia essere parte del gruppo comporta il rispetto di rigide regole da seguire e un prezzo molto alto da pagare: se ne accorgerà l’infermiera, per la quale ritornare alla propria vita non sarà un’operazione semplice.
«L’idea è venuta da varie fonti. Io ed Efthimis Filippou, mio cosceneggiatore, ci chiedevamo cosa fare. Avevamo quest’idea: un gruppo di persone che passano il tempo a fare scherzi telefonici o a inviare lettere per annunciare falsi decessi, forse il loro. Ma l’idea non era molto cinematografica : sviluppandola, siamo arrivati alle vicende di questo gruppo di persone che fanno finta di essere altri per sfuggire alla propria vita. […] Dopo aver finito il film, abbiamo scoperto che un’azienda in Giappone o in Corea ingaggia degli attori per comportarsi come marito e moglie nella realtà. La realtà non dista mai molto dalla finzione. Non importa quanto le vostre idee siano astruse, ci sono sempre persone che hanno fatto la stessa cosa, se non peggio, da qualche parte, nel mondo reale. Nel film, abbiamo cercato di separare in modo netto la realtà dalla finzione, seguendo in particolare il percorso di questa infermiera che passa dall’una all’altra e che non si accontenta di restare sospesa tra le due». (Yorgos Lanthimos)
«Come in Kynodontas non ci sono risposte. C’è solo la volontà da parte di un regista con una (già) notevole e spiccata personalità di dire la propria sul nostro mondo. Che non può che essere cupo, grottesco, distorto da uno stile freddissimo e una recitazione straniante (esilarante e riuscitissima la marcatura dell’accento greco quando si parla in inglese). Tutto è poi filtrato da un’ironia nerissima, come conferma anche il beffardo ed enigmatico finale, che lascerà tutti spiazzati». (Gabriele Capolino, cineblog.it)