dall’altra parte

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dall’altra parte ● S One Strane

un film di Zrinko Ogresta
con Ksenija Marinković, Lazar Ristovski, Tihana Lazović
sceneggiatura: Mate Matišić, Zrinko Ogresta ● Fotografia: Branko Linta
Montaggio: Tomislav Pavlic ● Musica: Mate Matisic, Simun Matisic
produzione: Interfilm, Zillion Films  ● distribuzione: Cineclub Internazionale Distribuzione
Croatia, Serbia, 2016 ● 85 minuti

v.o. croato con sottotitoli in italiano

Berlinale 2016: Menzione Speciale Label Europa Cinemas
FEST IFF Belgrado 2016: Miglior film, miglior regia,  Premio Nebojsa Djukelic
Trieste IFF 2017, in concorso ● Pula FF 2016: Miglior film
candidato della Croazia all’Academy Award al Miglior Film Straniero 2017

giovedì 13 APRILE ALLE ORE 21.40 PROIEZIONE SPECIALE
AL TERMINE CHIACCHIERE VIA SKYPE CON IL REGISTA ZRINKO OGRESTA

in collaborazione con Cineclub Distribuzione Internazionale arriva in sala un nuovo film che riflette sugli strascichi lasciati nel presente dalla guerra nell’ex Yugoslavia con efficace lucidità, ma anche con la poesia dell’irrazionale che permea di sé il film, un vero thriller dell’anima

Ogresta ha partecipato a numerosi Festival meritando premi e riconoscimenti per film come Red Dust, Tu (Here, miglior film al Milano Film Festival 2004) e Behind the Glass

Vesna è un’infermiera a domicilio di Zagabria. Sua figlia Jadranka si è laureata in legge e sta per sposarsi con Bozo, “un inetto”, secondo suo fratello Vlado. Mentra è al lavoro, Vesna riceve una chiamata misteriosa. Dall’altra parte del filo, un certo Žarko, che scopriamo essere suo marito. Žarko era capitano dell’Esercito Nazionale di Jugoslavia quando iniziò la guerra in Croazia, e decise di stare “dall’altra parte”. Finito a L’Aia, è stato appena rilasciato. I due non si parlano da vent’anni; la telefonata inaspettata riporterà a galla il ricordo di un segreto che la donna ha cercato di nascondere per molto, troppo tempo, catapultandola di colpo in un passato doloroso, che può essere così ingombrante da rendere Vesna vittima (anche) del presente…

«Questo è un film sul perdono, e sul riuscire a perdonare senza ferire gli altri. Ho cercato di adottare un atteggiamento umanitario, che credo che tutti noi che viviamo qui nei Balcani dovremmo adottare, se abbiamo intenzione di continuare a vivere come vicini di casa. Ma parla anche di complessità umana, di tutti gli strati della personalità che sono complicati e si sovrappongono.» (Zrinko Ogresta)

« On the Other Side è l’altro lato della Storia, è l’altro lato della frontiera fra la Croazia dove vive Vesna, la Serbia da cui la chiama Žarko come una voce dall’oltretomba e la Jugoslavia/Bosnia in cui sono rimaste sepolte le ferite più profonde e gli inevitabili strappi. (…) In uno stile minimale e immersivo che quasi ricorda quel piccolo miracolo cinematografico che è in questi anni la new wave rumena, uno stile fatto di long take unici o quasi per ogni sequenza, movimenti di macchina ridotti all’osso, lentissime carrellate in avanti, dialoghi incorniciati dalle porte di casa e un montaggio che si limita in sostanza a qualche campo/controcampo nel corso delle telefonate, Zrinko Ogresta innesta un congegno narrativo efficace, capace di far calare uno dopo l’altro gli inevitabili veli con i quali Vesna ha ovattato la propria vita da esule pervasa da un atavico senso di vergogna, capace di diradare le nebbie della Storia e della politica per inoltrarsi progressivamente nel suo sconquasso affettivo, emotivo e, giocoforza, psicologico, capace di interrogarsi sul rapporto dell’individuo con la Storia e su come la pietà a volte possa essere l’unica risposta, ben al di là di ogni possibile razionalità.
Dilatato e riflessivo, On the Other Side affianca a un preciso processo di scrittura una messa in scena accurata, fatta non solo delle parole ma anche e soprattutto dei silenzi, fatta di gesti nervosi e di cambi quasi impercettibili d’espressione, fatta di lunghe traversate in auto per Zagabria e di telefoni sempre pronti a squillare nei momenti più inaspettati.
In una pura finzione che si ricollega a orrori realmente accaduti e ormai drammaticamente radicati nell’immaginario di ogni abitante balcanico, il film di Ogresta mostra la società attuale del suo Paese, riflettendo su come gli strascichi della guerra siano ancora più che presenti (…).
È un film sull’irrazionalità dell’anima e dei sentimenti, su come il distacco emotivo dalla guerra sia ancora impossibile, ma al contempo stia iniziando il suo lentissimo processo partendo proprio dal dubbio, dal dilemma etico e morale, dalla voglia di perdonare e tornare a essere semplicemente esseri umani. L’opera settima di Ogresta è un film sul trauma, sul pentimento, sulla comprensione, su come la colpa abbia diverse ramificazioni, e su come nessuno di questi rami possa evitare di rinsecchire in un dolore che si propaga in ogni direzione mietendo ancora oggi solo vittime.» (Marco Romagna, Quinlan.it)