El impenetrable

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EL IMPENETRABLE

un film di Daniele Incalcaterra e Fausta Quattrini
sceneggiatura: Daniele Incalcaterra e Fausta Quattrini
fotografia: Daniele Incalcaterra, Cobi Migliora, Fausta Quattrini
montaggio: Catherine Rascon ● musiche: Pablo Gignoli
suono: Agustin Alzueta e Luciano Bertone
produzione: INCAA e Les Films d’Ici
distribuzione: Les Films d’Ici
Argentina/Francia/Paraguay, 2012 ● 95 minuti

v.o. italiano, spagnolo e guaranì con sottotitoli in italiano

Festival Biarritz 2013: Miglior documentario
Festival del Cinema Spagnolo di Malaga 2013: Premio del Pubblico
Festival Filmmaker Milano 2012: Secondo Premio ● Festival di Mar Del Plata 2012: Premio del Pubblico

Lunedì 25 marzo, ore 20:10: proiezione alla presenza del regista Daniele Incalcaterra
in occasione della presentazione di Chaco

Il primo racconto cinematografico di Incalcaterra e Quattrini dedicato alle terre amazzoniche è una cronaca sospesa tra il western e il documentario, una virulenta j’accuse contro lo sfruttamento delle risorse naturali ma soprattutto un grande omaggio al popolo Guaranì e alla loro terra.

Alla morte del padre, Daniele Incalcaterra eredita 5000 ettari di terreno in uno degli ultimi luoghi al mondo che abbiano resistito alla conquista dell’uomo: il Chaco paraguyano. Terra vergine dove sarebbe possibile scrivere una nuova storia, il Chaco è al contempo un luogo dove entrano in gioco forze tragiche e si mette in scena una sorta di western classico: una terra da colonizzare, ricchezze da sfruttare, indigeni da sterminare. Daniele Incalcaterra decide di restituire la terra ai nativi che lì vivono da sempre. Ma le compagnie petrolifere, i coltivatori di soia transgenica e gli allevatori che operano nel territorio non sono dello stesso parere. Così, a migliaia di chilometri da casa, inizia lo scontro con i potentati locali, conflitto aggravato dalle lungaggini della burocrazia. Il film denuncia le storture del passato – durante gli anni bui del regime di Stroessner quando le terre vergini venivano cedute ad affaristi stranieri e amici del dittatore – ed espone le contraddizioni dell’oggi, in un paradiso naturale devastato da una deforestazione compiuta in nome del capitale.

«Parlo di questo film come fosse un western perché si tratta di una vera conquista con le sue sfaccettature. Lo spazio è un fatto fondamentale. Bisogna immaginare paesaggi immensi dove ci sono da fare chilometri e chilometri per arrivare da un vicino o ad una chiesa. Si è davvero in America, nel West, nel Nuovo Mondo, ovvero davanti a un oggetto per eccellenza cinematografico. E ci sono tutti gli elementi costitutivi del genere: il deserto, la frontiera, la natura selvaggia, il pericolo, la terra, i coloni, l’oro verde (la soia transgenica), l’oro nero (il petrolio), l’oro blu (l’acqua), le armi, la violenza, la morte, l’ingiustizia, gli indiani, lo straniero (me). E in questo western documentario, nel reale, niente è scritto prima, tutto può cambiare in qualsiasi istante… All’inizio delle riprese, io sono lo straniero che sbarca in un territorio che non è per lui, che vuole fare un gesto e che si rende conto che la sua posizione è molto ingenua. Ed è in questo periodo che scopre tutti gli intrighi.» (Daniele Incalcaterra)

«Quello di El impenetrable (il nome dato dai locali a quel tratto di foresta vergine) è un viaggio affascinante, diretto con chiarezza e trasporto, in modo da spiegare la situazione allo spettatore e coinvolgerlo nella bizzarra disavventura legale del protagonista. Un racconto paradossale costruito con linearità che riesce a trovare anche lo spazio per immagini suggestive della natura che domina il luogo e per momenti di delicata intimità del protagonista.» (Antonio Cuomo, Movieplayer.it)