Eraserhead – La mente che cancella

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Eraserhead – La mente che cancella ● Eraserhead

un film di David Lynch
con Jack Nance, Charlotte Stewart, Allen Joseph, Jeanne Bates, Judith Roberts
sceneggiatura: David Lynch ● fotografia: Herbert Cardwell, Frederick Elmes
montaggio: David Lynch ● musiche: David Lynch
produzione: AFI
distribuzione: Cineteca di Bologna
Stati Uniti, 1977● 89 minuti

v.o. inglese con sottotitoli in italiano

Avoriaz Fantastic Film Festival 1978: Miglior Film

“RITROVIAMO IL CINEMA RITROVATO”

ERASERHEAD, l’esordio di David Lynch: ipnotico, inquieto, indefinibile, indimenticabile, un film che contiene già tutta la poetica del suo autore.

“RITROVIAMO IL CINEMA RITROVATO”
prosegue con

BLOW-UP

LA CORAZZATA POTEMKIN

IL DISPREZZO

TUTTO JEAN VIGO

VISAGES VILLAGES

IO E ANNIE

NOVECENTO

Il timido e alienato Henry Spencer scopre che la sua compagna aspetta un bambino. A nascere è una creatura mostruosa che i due cercheranno di crescere tra mille difficoltà. Una volta abbandonato dalla ragazza, il già precario equilibrio di Henry vacilla ulteriormente conducendolo in un labirinto di visioni che si confondono inesorabilmente con la realtà.

«L’ho sempre detto: ogni spettatore è diverso. Quando guardano un film, le persone entrano dentro ad un mondo e ne hanno un’esperienza personale. E quella esperienza è completamente segnata dalle loro inclinazioni personali, da ciò che già è dentro loro. Quindi ogni spettatore trae qualcosa di diverso, unico dalla visione di un film. Così ad alcune persone Eraserhead parla, ad altre no. Ma una cosa è certa: tra le migliaia di interpretazioni che ne sono state date, neanche una si avvicina a quella che è la mia interpretazione del film» (David Lynch)

«Una pellicola ermetica, scarna di dialoghi, che unifica un montaggio eccentrico, tempi dilatati e un tappeto sonoro disturbante a incidere angoscia e delirio con il risultato di tenere stranamente incollato lo spettatore allo schermo. Non spaventandolo, alla maniera dell’horror, ma raggiungendo vette di lirismo mai toccate prima attraverso l’inquieto che turba e rigetta e avvinghia.» (Francesca d’Ettorre, Ondacinema)