Incontri ravvicinati del terzo tipo

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Incontri ravvicinati del terzo tipo
Close encounters of the third kind

un film di Steven Spielberg
con Richard Dreyfuss, Francois Truffaut, Teri Garr, Melinda Dillon
sceneggiatura: Steven Spielberg, Matthew Robbins, John Hill, Hal Barwood, Jerry Belson
fotografia: Vilmos Zsigmond, Douglas Slocombe, William A. Fraker
montaggio: Michael Kahn ● Musica: John Williams
produzione: Columbia Pictures, EMI Films,
distribuzione: Park Circus
Stati Uniti, 1977 ● 137 minuti

v.o. inglese sottotitolata in italiano

1978: Premio Oscar: Miglior fotografia e Miglior montaggio sonoro; Nomination: Migliore regia,
Miglior attrice non protagonista, Migliore scenografia, Miglior montaggio, Miglior sonoro,
Migliori effetti speciali, Miglior colonna sonora ● David di Donatello: Miglior film straniero
1979: Premio BAFTA, Migliore scenografia a Joe Alves, 8 nomination

alla serata inaugurale siete tutti invitati a venire travestiti da alieni
(con travestimento adeguato, l’ingresso è ridotto! però non ci accontentiamo di un paio di antenne…).
prima del film, dalle 20.00, extra-aperitivo;
dopo il film in sala, “UFO landing at Beltrade”, djset a cura di: Technoseeders.
si consiglia di prenotare a prenota@cinemabeltrade.net

in collaborazione con Park Circus e dopo l’anteprima a Venezia ’74, torna in sala per il 40° anniversario nella versione restaurata dal negativo originale 35 mm, il film di culto INCONTRI RAVVICINATI DEL TERZO TIPO di Steven Spielberg… un’opera che ha cambiato il cinema di fantascienza e il nostro immaginario sugli alieni. We are not alone… they are back!

Negli Stati Uniti, dopo un primo avvistamento di UFO e la raccolta delle prove tangibili della loro esistenza, il Governo decide di tentare il contatto con gli occupanti le navette spaziali. A tale scopo, sotto la direzione dello specialista ufologo francese Claude Lacombe, predispongono una piattaforma presso la Torre del Diavolo, un’isolata montagna del Wyoming, ne evacuano la popolazione per ragioni di sicurezza senza dare spiegazioni. Mentre il progetto Mayflower procede, nella zona di Muncie, nell’Indiana, gli Ufo appaiono di nuovo. Tra le persone più colpite dall’apparizione c’è la giovane Jillian Guiler, cui gli extraterrestri rapiscono il figlio Barry, e l’elettrotecnico Roy Neary. Questi per via delle sue reazioni incomprensibili, spinge sua moglie Ronnie con i tre figli ad abbandonarlo. Poi, con Jillian, sale sulla Torre del Diavolo per assistere al mirabolante “rendez-vous” fatto in base a suoni e luci.

«Volevo che Incontri ravvicinati del terzo tipo fosse una storia molto semplice, vissuta da una persona qualunque, che doveva essere testimone di un evento straordinario, un’esperienza sconvolgente e ossessionante, di quelle che cambiano completamente la vita». (Steven Spielberg)
«Una volta, quando ero molto piccolo, mio padre mi svegliò nel cuore della notte, dicendomi: ‘Vieni con me, ho una sorpresa per te’. Ero ancora addormentato quando mi fece salire in macchina. Guidò fino ad una radura; una volta arrivati, scese e rivolse lo sguardo al cielo. Si poteva vedere una spettacolare pioggia di meteoriti lassù. Ogni quindici o venti secondi un lampo di luce attraversava il cielo da una parte all’altra. Penso proprio che quella sia stata la mia prima esperienza ultraterrestre». (Steven Spielberg)

«Il successo internazionale di Jaws del 1975 gli ha offerto [a Spielberg, ndr] la chance di avere una maggiore autonomia creativa: la sua scelta è caduta sul remake di un suo film giovanile. La storia del contatto con gli alieni non è soltanto una versione moderna di Firelight del 1964 ma è anche un caso quasi unico nella sua filmografia: lo script è una delle poche sceneggiature che Steven Spielberg ha elaborato in prima persona. È sicuramente significativo che l’altra occasione risalga a A. I. del 2001 (…)
L’insoddisfazione verso il montaggio finale è un’esclusiva di Close Encounters: il regista non ha mai avuto questo atteggiamento verso gli altri suoi film. (…) Steven Spielberg ha inseguito la sua realizzazione per tutta la sua carriera e l’ha completata non appena ha avuto la possibilità di farlo: il contributo di due mostri sacri degli effetti speciali come Douglas Trumbull e Carlo Rambaldi non è bastato per dare una forma a quello che aveva in mente da tutta la vita. Close Encounters ha proseguito la strada di 2001 di Stanley Kubrick e ha dato agli extra-terrestri una verosimiglianza scientifica: la soluzione della comunicazione con gli alieni attraverso la scala pentatonica ha fatto scuola e molti elementi del film sono stati ripetutamente imitati. Steven Spielberg ha persino ottenuto l’illustre partecipazione di un altro eterno bambino del cinema come François Truffaut ma la certezza di aver centrato tutte le scelte fondamentali non è mai stata sufficiente perchè il suo obbiettivo non era quello di fare un altro grande film. (…) forse niente potrebbe rendere giustizia alla sua emozione lontana di una notte stellata e all’idea fissa delle luci che si muovevano nel cielo.» (Emanuele Di Porto, sentieriselvaggi.it)