Pagine nascoste

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Pagine nascoste

un film di Sabrina Varani
con Giorgio Manzi, Massimo Rendina, Teresa Melandri, Aster Carpanelli,
Carmine Panico, Major Shaleka, Dejene Meshesha
sceneggiatura: brani tratti dal romanzo “Sangue giusto” di Francesca Melandri
fotografia: Sabrina Varani ● montaggio: Edoardo Morabito
produzione: AAMOD Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico
distribuzione: Istituto Luce Cinecittà
Italia, 2017 ● 67 minuti

v.o. in italiano

Torino Film Festival 2017: Fuori concorso

ospiti in sala la regista Sabrina Varani e Matteo Marelli di Film TV Rivista

secondo appuntamento con film e autori de “il Mese del Documentario”, una delle manifestazioni più rappresentative dedicate alla diffusione del cinema del reale nel nostro Paese, un festival diffuso che propone il meglio della produzione documentaristica italiana ed internazionale.

tutti gli appuntamenti:
17-1, La Convocazione (E.Maisto) – regista in sala
24-1, Pagine Nascoste (S.Varani) – regista in sala
31-1, This is Congo (D. McCabe) – regista in sala
7-2, Nowhere To Hide (Z.Amhed)

Per scrivere il suo ultimo libro “Sangue giusto”, la scrittrice italiana Francesca Melandri affronta per la prima volta l’eredità del padre, aderente al fascismo durante il ventennio. Un passato che le era sconosciuto e che, attraverso ricerche in Italia e in Etiopia, la figlia indaga e rielabora per il suo nuovo romanzo, confrontandosi infine con le rimozioni della memoria di un paese e del suo passato coloniale.

«Il film è nato sull’onda di un’intuizione, quella di raccontare cosa ci sia dietro la scrittura, di quale materia prima interiore siano fatte le parole che formano un racconto. Soprattutto, volevo provare a farlo non a posteriori, ma mentre il romanzo si sta formando. Ben presto mi sono confrontata con l’enormità del tema storico che Francesca era andata a toccare, quello di un periodo relativamente recente di cui io come italiana mi scoprivo del tutto all’oscuro. Confrontandomi con la mia ignoranza e capendo che non si trattava solo di una mia carenza ma di una rimozione collettiva, ho cercato un linguaggio personale per raccontare la Storia in soggettiva, dal punto di vista cioè di qualcuno che come me scopriva un passato scomodo, vergognoso, di cui genitori o nonni sono stati complici e di cui non ci hanno mai parlato. La scelta quindi è stata quella di un racconto impressionista e non lineare, cercando sempre un punto di osservazione personale, mediato dalla soggettività di Francesca e della sua personale esplorazione. In quest’ottica ho scelto di usare le immagini d’archivio dell’Istituto Luce e dell’AAMOD come se fossero visioni di oggi per creare una vicinanza al passato invece che una distanza, cercando una commistione di piani temporali, in una compresenza di passato e presente. Nel film memoria personale e memoria collettiva si compenetrano, un piano sostiene l’altro. Viaggiamo con la scrittrice nel suo e nel nostro passato, accompagnati dalle parole del romanzo, ormai scritto, che ci guida nel tempo e nei luoghi, familiari o sconosciuti. Il confronto di Francesca con suo padre, oltre che significativo di per sé, diventa anche una rappresentazione della nostra necessità di confronto con il passato, di noi italiani con la nostra storia fascista non sufficientemente elaborata, ma forse anche di noi europei con il resto del mondo, della necessità di riflettere sulle relazioni costruite nei secoli con altri popoli e sulle loro conseguenze nell’oggi.» (Sabrina Varani)

«Pagine nascoste tocca le corde del cuore, con un rapporto padre – figlia ancora irrisolto dopo molti anni. Francesca Melandri parte alla ricerca di se stessa, del pensiero che ha guidato un’intera nazione. Le immagini di repertorio si amalgamano con l’invenzione narrativa e la realtà assume connotati ancora più forti. La seconda parte del film, quella ambientata ad Addis Abeba, è girata in modo vibrante, con interviste a chi in qualche modo è stato toccato da quei momenti neri.» (Gian Luca Pisacane, cinematografo.it)