phantom boy

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phantom boy

un film d’animazione di Alain Gagnol e Jean-Loup Felicioli
Creazione grafica e scenografia: Jean-Loup Felicioli
sceneggiatura: Alain Gagnol • fotografia: Izu Troin
montaggio: Hervé Guichard • musiche: Serge Besset
distribuzione: PFA Films
Belgio, Francia, 2015 • 84 minuti.

v. doppiata in italiano

se hai visto un gatto a parigi, allora non puoi perderti il nuovo film di Jean-Loup Felicioli e Alain Gagnol, phantom boy. un viaggio in una new york inedita in compagnia di Leo, un ragazzo dotato di poteri e il suo amico poliziotto Alex

Alain Gagnol e Jean-Loup Felicioli, con i loro bellissimi disegni liberamente e gioiosamente ispirati alla pittura delle avanguardie europee di inizio Novecento, ci trasportano questa volta a New York. Qui, un misterioso malvivente sfigurato, che minaccia di distruggere New York con un terribile virus informatico, ferisce gravemente Alex, l’ispettore di polizia che era sulle sue tracce. Immobilizzato in ospedale, Alex incontra un giovane degente, Leo, un ragazzo di undici anni che ha la capacità di uscire dal suo corpo. Come un fantasma, invisibile a tutti, Leo vola e passa attraverso i muri. Grazie ai poteri straordinari di Leo, Alex può riprendere la sua inchiesta. Al loro fianco ci sarà Mary, volenterosa e testarda giornalista.

«Gagnol & Felicioli sono abili nel mescolare toni allegri e leggeri e sequenze dal forte impatto emotivo (su tutte, il volo finale di Leo e la reprise del racconto nel racconto, con la piccola Titì nei panni della salvifica narratrice), inserendo qua e là fulminee citazioni cinefile (Gremlins, Manhattan…) a uso e consumo del pubblico adulto. Piccole e comprensibili concessioni agli accompagnatori dei fruitori finali: mai superficiale, anche quando semplifica gli snodi narrativi, Phantom Boy è infatti un ammirevole esempio di animazione per bambini/ragazzini, propositiva nei contenuti narrativi e grafici.
Phantom Boy gioca coi generi e coi cliché, rende vivissimi volti che (forse) sarebbero piaciuti a Modigliani, non ha paura di affrontare temi spesso improponibili per l’animazione commerciale come la malattia e la morte. La differenza, in fin dei conti, è proprio in quel commerciale: buona parte dell’animazione francese, soprattutto negli ultimi anni, è prima di tutto autoriale, slegata dagli schematismi dell’imperante computer grafica statunitense. Gagnol & Felicioli, come Rémi Chayé (Tout en haut du monde), Éric Omond (Loulou, l’incroyable secret) o il trio Benjamin Renner, Stéphane Aubier e Vincent Patar (Ernest & Celestine), non scimmiottano nessuno, ma cercano e creano nuovi mondi animati.». (Enrico Azzano, Quinlan.it)