SEMBRA MIO FIGLIO

/ / Senza categoria

SEMBRA MIO FIGLIO

un film di Costanza Quatriglio
con Basir Ahang, Dawood Yousefi, Tihana Lazovic
sceneggiatura: Costanza Quatriglio, Doriana Leondeff in collaborazione con Mohammad Jan Azad
fotografia: Stefano Falivene ● montaggio: Marie-Hélène Dozo ● musica: Luca D’Alberto
produzione: Antitalent Produkcija, Ascent Film, Caviar Films
distribuzione: Ascent Film
Italia, Croazia, Belgio, 2018 ● 103 min.

v.o. italiano, persiano con sottotitoli in italiano

Festival di Locarno 2018: Fuori Concorso

giovedì 25 ottobre proiezione speciale
ospiti in sala la regista Costanza Quatriglio, l’attore Basir Ahang,
poeta e giornalista e Luca Barnabè, giornalista cinematografico
dalle 20.00 aperitivo con sapori e aromi Hazara su prenotazione
prenota@cinemabeltrade.net

due fratelli Hazara vivono in Italia cercando una loro strada, ma il desiderio quasi irrealizzabile di rivedere la loro madre provoca nei due un’acuta sofferenza.

Costanza Quatriglio porta sullo schermo con maestria una storia semplice e universale, che rivela la vicenda di un intero popolo, dimenticata dai media.

Ismail e Hassan sono due fratelli, migrati dall’Afghanistan all’Italia in tenera età. Quando Ismail ritiene di aver finalmente ritrovato un contatto con la propria madre insiste per vederla, nonostante lei neghi tutto. Di fronte alle difficoltà, decide di recarsi in Pakistan di persona per parlarle.

«Un figlio si rivolge alla madre creduta morta fino a quel momento, ma lei non lo riconosce. Da quell’istante una forza misteriosa lo porta alla ricerca del modo per ricongiungersi a lei. Il corpo di Ismail, la mitezza del suo viso, la sua voce sospesa tra gli angoli più angusti dell’Europa, ci conducono in un altrove che ci appartiene molto di più di quanto siamo disposti a immaginare: dall’evocazione di posti lontani nel tempo e nello spazio a una concretezza fatta di carne e sangue, il film viaggia alla ricerca di risposte che non esistono; ad esistere è la possibilità, per Ismail, di prendersi la parola, quella parola negata perché nessuno, fino a quel momento, l’ha ascoltata. Nella lingua madre riconosciamo la lingua del mondo, della pietà antica che non ha patria né paese né confini né frontiere.» (Costanza Quatriglio)

«Costanza Quatriglio è una personalità di rara costanza, professionalmente e umanamente, ha fornito prove molto convincenti della sua fiducia nel cinema come strumento etico per capire la realtà. La nuova prova è ‘Sembra mio figlio’ (…) viaggio di estrema fatica morale e materiale, un viaggio all’indietro nel suo inconscio fino a trovarsi tra donne in attesa di deportazione: scena magica. Non c’è alcuna retorica: immagini, silenzi, sguardi sono eloquenti e il volto di Ismail (Basir Ahgang) è quello di tutti noi, figlio di ognuno.» (Maurizio Porro, Corriere della Sera)