Bohemian Rhapsody

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BOHEMIAN RHAPSODY

un film di Bryan Singer
con Rami Malek, Lucy Boynton, Gwilym Lee, Ben Hardy
sceneggiatura: Anthony McCarten ● fotografia: Newton Thomas Sigel
montaggio: John Ottman ● musiche: John Ottman
produzione: Regency Enterprises, Queen Films Ltd
distribuzione: 20th Century Fox
Stati Uniti, 2018 ● 134 minuti

v. doppiata in italiano

Golden Globe 2019: miglior film drammatico, miglior attore in un film drammatico

Dalle prime impacciate prove al trionfo del Live Aid, dalle crisi personali alla gloria del palcoscenico: tutto quello che avreste voluto sapere sui Queen e sul loro leader Freddie Mercury, in un biopic emozionante con gran finale.

Da qualche parte nelle suburb londinesi, Freddie Mercury è ancora Farrokh Bulsara e vive con i genitori in attesa che il suo destino diventi eccezionale. Perché Farrokh lo sa che è fatto per la gloria. Contrastato dal padre, che lo vorrebbe allineato alla tradizione e alle origini parsi, vive soprattutto per la musica che scrive nelle pause lavorative. Dopo aver convinto Brian May (chitarrista) e Roger Taylor (batterista) a ingaggiarlo con la sua verve e la sua capacità vocale, l’avventura comincia. Insieme a John Deacon (bassista) diventano i Queen e infilano la gloria malgrado (e per) le intemperanze e le erranze del loro leader: l’ultimo dio del rock and roll.

«Tutti quanti conoscono l’aspetto macho, audace, impertinente di Freddie Mercury. Ma non credo che molti conoscessero la parte più intima e personale. Per esempio non sapevo della sua storia con Mary o che fossero stati fidanzati. Nel fare il film ho scoperto tantissime cose, come il fatto che si chiamasse Farouk Bulsara, e penso che molte di queste cose saranno una sorpresa per molti spettatori. Quando ho accettato di mettermi nei suoi panni, ho accettato di affrontare tante difficoltà, ma poi ho pensato a questo ragazzo nato a Zanzibar, che aveva frequentato le scuole in India per poi tornare a Zanzibar e trovare una rivoluzione che l’ha costretto ad andare a Londra. Ho messo da parte la rockstar per concentrarmi sull’essere umano alla ricerca dell’identità, in cui mi sono potuto identificare da straniero negli Stati Uniti. Mi sono concentrato su quegli elementi che avevamo in comune.» (Rami Malek)

«Un grande contenitore equamente diviso tra intrattenimento e sentimento, come tutti i film biografici da Oscar di questo tipo. Perfettamente in grado di restituire il carisma senza tempo della rockstar britannica, la sua fisicità sinuosa e irripetibile, le ossessioni martellanti che sapeva incarnare sul suo stesso corpo e riversare sugli altri – nei concerti, ma anche dietro le quinte – a un ritmo vertiginoso.» (Davide Stanzione, bestmovie.it)