Il corriere – The mule

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Il corriere – The mule ● The mule

un film di Clint Eastwood
con Clint Eastwood, Bradley Cooper, Taissa Farmiga, Alison Eastwood
Michael Peña, Andy Garcia
sceneggiatura: Nick Schenk ● fotografia: Yves Bélanger
montaggio: Joel Cox ● musiche: Arturo Sandoval
produzione: Warner Bros. Pictures
distribuzione: Warner Bros. Pictures
Stati Uniti, 2018 ●  116 minuti

v. doppiata in italiano

Eastwood non ha perso il suo fascino e dopo Gran Torino torna davanti e dietro la macchina da presa con un film sorprendentemente divertente e morbido nonostante i suoi temi cupi.

Earl Stone è un reduce della guerra di Corea e, ormai novantenne, continua a lavorare nell’orticultura. Separato dalla moglie e distante dalla figlia, ha un rapporto discreto solo con la nipote, inoltre è prossimo alla bancarotta così coglie al volo l’occasione di un ingaggio da parte di loschi figuri messicani, che gli offrono abbastanza soldi da pagare il matrimonio della nipote e da rimettersi in sesto. Quando poi il centro per veterani è a sua volta in difficoltà economiche, Stone non può che continuare a lavorare per il cartello come “mulo”, anche se ormai ha capito di partecipare ad attività criminali, che cerca in qualche modo di compensare con le proprie buone azioni e provando a farsi perdonare dalla ex moglie e dalla figlia.

«Ogni tanto, qualcuno tira fuori una storia che ti intriga. E questa è molto diversa da qualsiasi cosa io abbia mai fatto. È ispirata a fatti realmente accaduti. Diventa una sorta di Robin Hood, guadagna tanti soldi, ma va in giro ad aiutare chi ha bisogno. Bisogna ascoltare la voce interiore più che il cervello, chidersi: ho trasmesso, emotivamente, le mie intenzioni al pubblico? Tutti abbiamo ostacoli nella vita, e lui oltrepassa i limiti.» (Clint Eastwood)

«A ottantotto anni Clint Eastwood è tornato la macchina da presa ma soprattutto davanti – non recitava dal 2012 – per un film che potrebbe rappresentare a tutti gli effetti, e con pieno merito, il suo proverbiale canto del cigno. (…) Sfruttando al meglio la sceneggiatura di Nick Schenk – non a caso lo stesso di Gran Torino – l’autore mette in scena un personaggio in cui vede chiaramente sé stesso e i suoi errori. Earl Stone è un uomo che nel tentativo di ottenere il successo personale ha sacrificato gli affetti familiari. Ha preferito vivere alla giornata, godendosi i piaceri effimeri dei sensi, piuttosto che costruire basi solide intorno a lui. Attraverso questo ruolo interpretato con fortissima adesione fisica e psicologica, Eastwood sembra davvero voler fare ammenda per aver perseguito a tutti i costi la gloriosa carriera che ha poi ottenuto. Se in The Mule c’è dunque una neppure tanto velata vena autobiografica, la vera sorpresa sta nel fatto che Eastwood non la mette in scena attraverso i toni malinconici da lui sempre usati a meraviglia, (…) il film vira molto più spesso verso la commedia (…) grazie al personaggio principale che si rivela in molto momenti volgare, razzista, menefreghista, soavemente superficiale. L’autoironia con cui Eastwood riempie il suo film si rivela in alcuni momenti addirittura spiazzante. E come se l’attore/regista volesse raccontare al pubblico degli errori che ha commesso, ma anche di quanto si è divertito a commetterli. (…) la sua opera si impreziosisce di un gusto dolceamaro tutto particolare, intenso e insieme brioso. C’è tanto Clint Eastwood in Earl Stone e in The Mule. Ed è un piacere gioiosamente doloroso ammirarlo ancora una volta» (Adriano Ercolani, Screenweek.it)