La dea fortuna

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La dea fortuna

un film di Ferzan Ozpetek
con Stefano Accorsi Edoardo Leo Jasmine Trinca, Sara Ciocca, Edoardo Brandi
Barbara Alberti, Serra Yilmaz, Cristina Bugatty, Filippo Nigro, Pia Lanciotti
sceneggiatura: Gianni Romoli, Silvia Ranfagni, Ferzan Ozpetek
fotografia: Gian Filippo Corticelli ● montaggio: Pietro Morana
musiche: Pasquale Catalano
produzione: Warner Bros. Entertainment Italia
distribuzione: Warner Bros. Pictures
Italia, 2019 ● 118 minuti

v.o. in italiano

Grande ritorno di Ozpetek che tra tavolate imbandite, attori feticcio e nuove scoperte ci parla di quanto sia difficile e meraviglioso innamorarsi di nuovo di chi si ha vicino, di come non si debba avere paura di rompere le cose perché si possono (quasi sempre) aggiustare, di come nessuno “la racconta giusta”, principalmente a se stesso. Un universo dove lo spavento esistenziale è dietro l’angolo, ma se restiamo insieme fa meno paura, e ritroviamo luce, aria, respiro.

Arturo e Alessandro sono una coppia da più di quindici anni. Nonostante la passione e l’amore si siano trasformati in un affetto importante, la loro relazione è in crisi da tempo. L’improvviso arrivo nelle loro vite di due bambini lasciatigli in custodia per qualche giorno da Annamaria, la migliore amica di Alessandro, potrebbe però dare un’insperata svolta alla loro stanca routine. La soluzione sarà un gesto folle. Ma d’altronde l’amore è uno stato di piacevole follia.

«In genere si racconta quasi sempre o la nascita di un amore, magari contrastato, oppure il momento in cui esplode la passione. Io invece volevo raccontare due persone che stanno insieme da tanto tempo e stanno quasi per lasciarsi perché è passato il momento della passione. Sono quasi come fratelli, l’amore ha cambiato aspetto e loro non sanno più come conviverci. Il fatto che siano due uomini non è determinante, avrebbero potuto essere anche un uomo e una donna o due donne. Ma quello che mi affascinava era proprio l’idea di come, una volta superato il sesso e la passione, un rapporto possa rigenerarsi in un modo diverso di stare insieme.» (Ferzan Ozpetek)

«Dietro un titolo vagamente ironico – la «dea fortuna» va letta come casualità, nel senso del destino che apre tante strade possibili senza indicarne davvero una – il film scava nelle molte direzioni in cui si può imprigionare il sentimento dell’amore, come per mettere alla prova chi lo usa come uno scudo, dietro cui difendersi o nascondersi. Senza mai scene madri ma ogni volta spingendo i personaggi a mettere in gioco quell’umanità che sola può aiutare a vivere davvero. E ad affrontare gli ostacoli con cui ogni rapporto – affettivo o sentimentale fa poca differenza – deve fare i conti. (…) Ozpetek mostra tutta la sua bravura, nel tratteggiare con giustezza e verosimiglianza il percorso verso una nuova assunzione di responsabilità affettiva. Non verso i due bambini, si badi bene, ma verso loro stessi, verso il loro legame. Che dovrà fare i conti non con la stanca routine di una coppia più o meno affiatata, ma con un nuovo aspetto dell’amore, una nuova e diversa scommessa. (…) Diversamente dal passato, Ozpetek sceglie di resistere al romanzesco, salta i passaggi e gli snodi per andare diritto a quello che gli sta a cuore: la scoperta di un nuovo modo di amarsi, che non passa attraverso la tensione erotica ma attraverso la riscoperta e la rivalutazione della tenerezza, dell’affetto familiare, del proprio ruolo di soggetti d’affetto e non di oggetti del desiderio. Una conquistata maturità narrativa che riverbera anche sulla direzione degli attori e naturalmente sulla loro convincentissima prova. Dai ruoli «minori» a una giustamente malinconica Trinca, fino alla superba interpretazione di Accorsi e della «novità» Leo, la cui giustezza di tocco si fissa nella memoria.» (Paolo Mereghetti, corriere.it)