ninna nanna prigioniera

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ninna nanna prigioniera

un film di Rossella Schillaci
sceneggiatura: Rossella Schillaci, Chiara Cremaschi ● fotografia: Stefania Bona
montaggio: Adrien Faucheux, Fulvio Montano ● musiche: Giorgio Giampà
produzione: Indyca in collaborazione con De Films En Aiguille
distribuzione: Fil Rouge Media
Italia, Francia, 2016 ● 82 minuti

v.o. in italiano

Biografilm Festival: Life Tales Award
Il film ha ricevuto il patrocinio di Amnesty International Italia

iniziano a Rho i lunedì di Cin&città con NINNA NANNA PRIGIONIERA di Rossella Schillaci in cui si affronta un aspetto poco noto dell’universo carcerario. Un diario intimo di una madre, combattuta tra il desiderio di avere accanto i suoi figli e la consapevolezza che il loro bene si trova oltre le sbarre.

Jasmina è una giovane donna di 24 anni, orgogliosa e sicura di sè. È in carcere in custodia cautelare e con lei vivono anche i suoi figli più piccoli: Lolita, di due anni e Diego, di pochi mesi, mentre il figlio più grande vive con la nonna. Il film accompagna da vicino il quotidiano di questa piccola famiglia, mentre i mesi passano, durante momenti di speranza e attesa. I piccoli gesti di tutti i giorni, il bagnetto, il pranzo, le passeggiate lungo i corridoi del carcere rivelano il dramma con cui ogni madre si troverebbe a confrontarsi in una situazione simile, la scelta tra crescere i propri figli, avendoli accanto, ma in prigione, o lasciarli liberi senza di lei, per un tempo della durata indeterminata.

«Quando mio figlio aveva pochi mesi ho partecipato con lui ad un corso di massaggio infantile in un asilo nido vicino alla Casa Circondariale Lorusso Cutugno di Torino. In quella stessa scuola erano “ospitati” i bambini figli di madri detenute che, per poche ore alla settimana, potevano uscire per giocare con altri bambini. Non sapevo, allora, che per legge le madri incarcerate che hanno figli sotto i tre anni di età possano scegliere di tenerli con loro, in cella. E allora mi sono chiesta, da madre: come può essere vissuta la maternità per quelle donne rinchiuse? Come possano far addormentare il loro bambino senza poter camminare, perché la sera chiudono le cella a chiave e non c’è spazio per muoversi? Come può una madre crescere un figlio in un luogo dove la sua libertà e la sua dignità sono sospese? Ma al contempo, come possono dei bambini così piccoli crescere senza la loro madre? Chi può veramente decidere cos’è meglio per loro?» (Rossella Schillaci)

«Il film è stato girato all’interno della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino dove la regista ha ripreso per più di un anno. Il materiale raccolto e lavorato dal tocco della Schillaci ha prodotto un documentario coinvolgente e allo stesso tempo straniante che porta il pubblico ‘ad altezza di bambino’. Il documentario riesce a restituire la condizione di claustrofobia carceraria, ma allo stesso tempo dona al pubblico un ritratto intimo e partecipe su maternità, responsabilità e scelte così come sull’energia vitale dell’infanzia che riesce a colorare anche il grigio mondo carcerario.» (Cinecittà news)