Santiago, Italia

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Santiago, Italia

un film di Nanni Moretti
sceneggiatura: Nanni Moretti ● fotografia: Maura Morales Bergmann
montaggio: Clelio Benevento
produzione: Sacher Film, Rai Cinema
distribuzione: Academy Two
Italia, 2018 ● 80 minuti

v.o. in italiano

Torino Film Festival 2018: presentato nella sezione Festa Mobile

Moretti ritorna al documentario con una riflessione essenziale ma virulenta sul colpo di stato in Cile nel 1973, in cui il ricordo e la ricostruzione del passato divengono commossa e sentita meditazione sul presente.

Realizzato a partire da immagini d’archivio e da testimonianze, racconta i mesi che seguirono il golpe del dittatore che mise fine al sogno democratico di Salvador Allende. Il film mette l’accento sul ruolo encomiabile dell’ambasciata italiana basata a Santiago, che diede rifugio a centinaia di oppositori del regime, permettendogli di raggiungere l’Italia.

«Ho preferito non farmi aiutare nelle interviste né intervistare direttamente studiosi, esperti, storici. Ho voluto intervistare solo le persone che in quel settembre del ’73 hanno vissuto quelle esperienze. Alcuni allora avevano trent’anni, altri venti, altri solo sette.. però ho preferito che a parlare fossero loro, con la loro umanità e le loro emozioni. Ma questa è anche una storia italiana di cui andare orgogliosi, una storia di accoglienza. Mi piace raccontarla oggi, quando un grande pezzo della nostra società sta andando in direzione opposta proprio all’accoglienza e alla solidarietà.» (Nanni Moretti)

«Chiaramente il suo è un film sull’accoglienza, che soprattutto nell’ultima parte parla chiaramente all’Italia e all’Europa di oggi. Ma è anche un piccolo caro diario sull’ascolto, sul valore umano della ricezione. E in questo la semplicità formale del cinema morettiano diventa preziosa nel delineare eticamente il calore della condivisione. Ne viene fuori una polifonia di voci, caratteri e ricordi che ha il sapore delle confessioni sussurrate, degli echi e dei sentimenti che arrivano da lontano e resistono all’inesorabile incedere del tempo.» (Carlo Valeri, Sentieri selvaggi)