The square

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The square

un film di Ruben Östlund
con Elisabeth Moss, Dominic West, Claes Bang,
Terry Notary, Linda Anborg, Annica Liljeblad
sceneggiatura: Ruben Östlund ● fotografia: Fredrik Wenzel
montaggio: Jacob Schulsinger
produzione: Plattform Produktion AB (Svezia)
distribuzione: Teodora Film
Svezia, Germania, Francia, Danimarca • 2017 • 142 minuti

v. doppiata in italiano

Palma d’oro al festival di Cannes 2017

il regista svedese Ruben Ostlund torna al Festival di Cannes con The Square: un’opera di forte impatto che tra risate e trovate potenti, punta a far riflettere lo spettatore

Christian è il curatore di un importante museo di arte contemporanea di Stoccolma. Una mattina, sulla strada per il lavoro, soccorre una donna in pericolo e si scopre derubato del telefono e del portafoglio. Al museo, intanto, lui e la sua squadra stanno lavorando all’inaugurazione di una mostra, che prevedere l’installazione dell’opera “The Square”: un quadrato delimitato da un perimetro luminoso all’interno del quale tutti hanno uguali diritti e doveri, un “santuario di fiducia e altruismo”. Su suggerimento di un collaboratore, Christian scrive una lettera in cui reclama i suoi averi rubati, innescando una serie di conseguenze che spingono la sua rispettabile ed elegante esistenza in una vertigine di caos.

«In The Square ci troviamo di fronte alla debolezza della natura umana: quando proviamo a fare la cosa giusta, la parte più difficile non è essere d’accordo su dei valori comuni, ma comportarsi davvero secondo quest’ultimi. Ad esempio, come dovrei pormi verso i mendicanti se voglio promuovere una società più giusta e egualitaria dove la distanza tra ricchi e poveri scompaia? Dovrei mantenere uno stile di vita privilegiato che mi permette di dar loro qualcosa ogni giorno o dovrei cambiarlo radicalmente in modo di ristabilire un equilibrio maggiore tra me e loro? La crescita della povertà e del numero dei senzatetto nelle città occidentali ci presenta questo tipo di dilemma ogni giorno. (…) Christian, il protagonista, affronta interrogativi che tutti affrontiamo, circa il prendersi delle responsabilità, il fidarsi del prossimo e l’essere degno di fiducia, sul fatto di comportarsi moralmente. E quando si trova di fronte a un dilemma, le sue azioni entrano in conflitto con i principi per cui si batte: Christian appare allora come una contraddizione vivente, come molti di noi. (…) Un mezzo come il cinema può fornirci una straordinaria chiave d’accesso al mondo e a nuove esperienze, stimolando il pensiero critico verso aspetti della vita che diamo per scontati.» (Ruben Östlund)

«Ma The Square è molto di più di uno sberleffo a un’arte oggi decisamente in affanno nella creatività ma molto ambita alle aste: è l’immagine ironica ma anche desolata del mondo di oggi, delle contraddizioni di un paese civile come la Svezia, ancora democratico ma confuso (immagine che il nostro cinema non sa dare dell’Italia), che sta scivolando oltre la sua tradizione di uguaglianza. Östlund non rimprovera, non colpevolizza, è lieve nell’illustrare le fratture sociali, come scene da commedia o happening: i senzatetto distesi lungo le strade in mezzo ai sacchi dei loro poveri averi, i palazzoni di ignota periferia dove vivono gli immigrati, gli accattoni che chiedono l’elemosina che nessuno dà, la cattiva coscienza di Christian che si perdona ubbidendo a una mendicante col velo che gli chiede imperiosa un panino col pollo però senza cipolla.» (Natalia Aspesi, La Repubblica)