
LA VITA DA GRANDI
un film di Greta Scarano
con Matilda De Angelis, Yuri Tuci, Maria Amelia Monti, Ariella Reggio, Gloria Coco,
Paolo Hendel, Adriano Pantaleo
sceneggiatura: Sofia Assirelli, Tieta Madia, Greta Scarano
fotografia: Valerio Azzali ● montaggio: Valeria Sapienza
musiche: Giuseppe Tranquillino Minerva
produzione: Groenlandia, Halong
distribuzione: 01 Distribution
Italia, 2025 ● 95 minuti
v.o. in italiano

Il debutto alla regia di Scarano è una commedia lieve e inclusiva, piena di cuore e ironia.
Irene vive la sua vita a Roma, quando sua madre le chiede di tornare per qualche giorno a Rimini, la città dove è nata e dalla quale è fuggita, per prendersi cura del fratello maggiore autistico, Omar. Una volta insieme, Irene scopre che Omar ha le idee chiarissime sul suo futuro: non ha nessuna intenzione di vivere con lei quando i loro genitori non ci saranno più ed è pronto a tutto per realizzare i sogni della sua vita: vuole sposarsi, vuole fare tre figli perché 3 è il numero perfetto e vuole diventare un cantante rap famoso. Ma perché tutte queste cose accadano, Omar deve prima di tutto diventare autonomo. Con Irene inizia così un tenero e toccante corso intensivo per diventare “adulto”. Nella loro casa piena di ricordi, Irene e Omar affrontano insieme paure e speranze e scoprono che per crescere, a volte, bisogna essere in due.
«Quando ho intercettato la storia di Damiano e Margherita Tercon ne sono rimasta letteralmente folgorata: ho sentito che aveva un enorme potenziale emotivo e ho immediatamente pensato che l’avrei voluta raccontare come regista. Nel film viene affrontata la questione della disabilità, ma per me era fondamentale che non fagocitasse tutto il racconto, esattamente come per il protagonista, la cui disabilità è solo una delle tante caratteristiche che lo definiscono come persona. Abbiamo trattato temi come quello dell’accudimento di persone con disabilità e il tema del “dopo di noi”» (Greta Scarano)
«Un’opera quadrata, che nei canoni del genere funziona perfettamente. Greta Scarano si dimostra molto efficace nei vari passaggi della relazione tra i due fratelli, riuscendo ad andare a segno quando vuole colpire lo spettatore emotivamente, tanto dal punto di vista drammatico, quanto da quello comico. E ciò non avviene mai meccanicamente, puntando sulla simpatia che ci si aspetta che il pubblico provi in automatico verso un protagonista come Omar. Ecco che i peggiori film allora scaturiscono, proprio perché si basano su questo presunto automatismo, nient’altro che pietà, svilendo il personaggio davanti alla macchina. Qui invece si instaura un rapporto di profonda empatia con i protagonisti, grazie anche alle ottime interpretazioni di Yuri Tuci e Matilda De Angelis, che sembrano davvero due fratelli, funzionando perfettamente come coppia. Non serve allora mettere in scena grandi avvenimenti all’insegna della didascalia, situazioni catastrofiche o al contrario grandi miracoli, perché si fa il tifo per loro anche nelle piccole cose.» (Matteo Pivetti, Sentieri Selvaggi)