Il segreto della miniera

/ / Senza categoria

IL SEGRETO DELLA MINIERA ● Rudar

un film di Hanna Slak
con Leon Lucev, Marina Redzepovic, Zala Djuric Ribic, Boris Cavazza
sceneggiatura: Hanna Slak ● fotografia: Matthias Pilz
montaggio: Vladimir Gojun, Hanna Slak ● musiche: Amélie Legrand
produzione: Sinisa Juricic, Miha Knific
distribuzione: Cineclub Internazionale Distribuzione
Slovenia, Croazia, 2018 ● 103 minuti

v.o. sloveno con sottotitoli in italiano

2017, Slovenia FF: miglior regia, miglior montaggio, miglior attore
2018, South East European FF: miglior fotografia ● Trieste FF: miglior film
Tuzla FF: miglior film ● Warsaw IFF: menzione speciale

Hanna Slek, basandosi sulla vicenda vera del minatore Mehmedalija Alić, racconta attraverso lo sguardo di un immigrato di origine bosniaca i brutali segreti emersi dalle viscere della miniera di Huda Jama. Il lato oscuro della storia slovena.

A un minatore della Slovenia centrale viene assegnato un compito: riaprire e ispezionare un vecchio tunnel per consentire all’impresa privata, proprietaria della miniera, di chiuderlo definitivamente. Ma abbattendo via via le barriere di roccia e mattoni presenti all’interno del tunnel scoprirà molto di più: un segreto che non doveva scoprire e che gli impongono di riseppellire.

«Quando ho letto l’articolo su Mehmedalija nel luglio 2010, sono rimasta profondamente colpita. Mi sono detta che era una storia fatta per un film. Ma prima dovevo ascoltarla di persona. Abbiamo parlato per circa cinque ore. Mi ha trasmesso immagini, emozioni, memorie, terrore, disperazione, speranza. Il suo racconto mi ha lasciato senza parole. Alla fine gli ho chiesto in quale Dio credesse. Ci ha pensato un po’ e poi ha detto che credeva in me. In quel momento ho preso un impegno, era come se mi avesse detto: questi sono i documenti, queste le foto, qui c’è tutta la verità, ora è il tuo turno» (Hanna Slak)

«The Miner funziona bene sia come film che come affermazione. La ragione è sfacciata in qualche modo: l’efficace simbolismo del personaggio di Alija, della sua famiglia e della sua situazione, la bravura della regista Slak e la splendida performance di Lučev. L’attore è noto per la sua scelta di interpretare dei ruoli in film socialmente impegnati, ma qui ha superato se stesso, riuscendo persino a padroneggiare il difficile dialetto degli immigrati slovacchi. D’altra parte, Slak ha un grande senso dell’atmosfera, combinando l’oscurità del dramma sociale con la tensione di un’opera di genere. La decisione di non avere una colonna sonora fino alla catartica scena finale è stata molto saggia.» (Marko Stojiljković, cineuropa.org)