
Padrenostro
un film di Claudio Noce
con Pierfrancesco Favino, Barbara Ronchi, Mattia Garaci, Francesco Gheghi,
Anna Maria De Luca, Mario Pupella, Lea Favino, Eleonora De Luca
sceneggiatura: Claudio Noce, Enrico Audenino ● fotografia: Michele D’Attanasio
montaggio: Giogiò Franchini ● musiche: Ratchev&Carratello
produzione: Lungta Film
distribuzione: Vision Distribution
Italia, 2020 ● 122 minuti
v.o. in italiano
Biennale, 2020: coppa volpi miglior interpretazione maschile
Roma, 1976. Valerio ha dieci anni e una fervida immaginazione. La sua vita di bambino viene sconvolta quando, insieme alla madre Gina, assiste all’attentato ai danni di suo padre Alfonso da parte di un commando di terroristi. Da quel momento, la paura e il senso di vulnerabilità segnano drammaticamente i sentimenti di tutta la famiglia. Ma è proprio in quei giorni difficili che Valerio conosce Christian, un ragazzino poco più grande di lui. Solitario, ribelle e sfrontato, sembra arrivato dal nulla. Quell’incontro, in un’estate carica di scoperte, cambierà per sempre le loro vite.
«La sua figura forte, magnetica, eroica, assurge ad archetipo di un’intera generazione di uomini in cui le emozioni erano percepite solo come debolezza e obbligate ad essere camuffate in silenzi. Nel dicembre del 1976, quando mio padre subì l’attentato, io avevo due anni, abbastanza per comprendere la paura troppo pochi per capire che quell’ affanno avrebbe abitato dentro di me per molto tempo. Non sono mai riuscito a dirglielo. Scrivere questa lettera a mio padre tracciando i contorni di una generazione di bambini “invisibili” avvolti dal fumo delle sigarette degli adulti non è stato facile, provare a farlo mutando le parole da private in universali una grande sfida come cineasta e come uomo.» (Claudio Noce)
«Tratto da una storia vera”. Questo si legge nei titoli di testa di Padrenostro. Per evitare di essere troppo esplicito Noce trasla la sua storia (…) cambia nomi e cognomi ma non la sostanza di questa storia piena di bisogni frustrati, taciuti, in attesa di una definitiva elaborazione. Il film si apre e si lega per tutto il tempo allo sguardo angelico di Valerio, un bambino di dieci anni con un amico immaginario, una grande passione per il calcio e una famiglia agiata che lo protegge a oltranza, anche quando suo padre viene ucciso sotto casa. Valerio assiste alla scena, e la sua vita viene segnata per sempre. Da quel momento Padrenostro scende ad altezza di bambino per guardare il mondo con quegli occhi bisognosi di conferme, affetto e soprattutto risposte. (…) Un insolito dramma familiare. Una sublimazione cinematografica anomala, in cui un regista adulto inquadra il bambino che è stato, e finalmente lo abbraccia. (…) è chiaro come il film nasca da un’esigenza personale. Il regista sublima un suo trauma dentro un’opera autobiografica, dedicata a un rapporto padre-figlio tutto da risolvere.» (Giuseppe Grossi, movieplayer.it)