BELFAST

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BELFAST

un film di Kenneth Branagh
con Jamie Dornan, Jude Hill, Caitriona Balfe, Judi Dench,
Ciarán Hinds, Lara McDonnell
sceneggiatura: Kenneth Branagh ● fotografia: Haris Zambarloukos
montaggio: Úna Ní Dhonghaíle ● musiche: Van Morrison
produzione: TKBC
distribuzione: Universal Pictures
Gran Bretagna, 2021 ● 107 minuti

v. doppiata in italiano

2021 festival di Cannes: Gran Premio Speciale della Giuria

Kenneth Branagh guarda all’indietro, al tempo della sua infanzia, e costruisce un sentito omaggio alla città che lo ha cresciuto, alla sua forza d’animo, il suo umorismo particolare, l’allegria e la tensione che ne facevano (ne fanno?) un posto unico al mondo.

Belfast, 1969. Buddy vive con la mamma e il fratello maggiore in un quartiere misto, abitato da protestanti e da cattolici. Sono vicini di casa, amici, compagni di scuola, ma c’è chi li vorrebbe nemici giurati e getta letteralmente benzina sul fuoco, aizzando il conflitto religioso, distruggendo le finestre delle case e la pace della comunità. La famiglia di Buddy, protestante,si tiene fuori dai troubles, non cede alle lusinghe dei violenti e attende con ansia il ritorno quindicinale del padre da Londra, dove lavora come carpentiere. Emigrare è una tentazione, ma come lasciare l’amata Belfast, i nonni coi loro preziosi consigli di vita e d’amore, la bionda Catherine del primo banco?

«Gli americani hanno sempre dichiarato: “Noi abbiamo i western, gli inglesi hanno Shakespeare”. Io in Usa ero noto soprattutto per i miei adattamenti per lo schermo di testi shakespeariani. Proprio con l’Enrico V, nel 1989, conquistai le mie due prime nomination, come miglior attore e regista. Il pubblico Usa non ha amato al box office il mio film Assassinio sul Nilo, anzi ha proprio respinto e bocciato il mio ispettore Poirot. Ma io mai avrei pensato che sarebbe stato apprezzato un copione profondamente personale, girato in bianco e nero e ambientato alla fine degli anni Sessanta nella mia Irlanda. Abbiamo vissuto un drammatico lockdown e c’erano tanti lockdown, sia pure di tipo diverso, anche allora. Forse anche questa è una ragione dell’interesse che ha suscitato il mio Belfast» (Kenneth Branagh)

«La carta vincente di Belfast sta (…) nel raccontare attraverso lo sguardo del se stesso bambino (…) un periodo della vita felice per antonomasia (…). Circondato dall’amore della sua famiglia, soprattutto dei nonni, e confuso dalle liti per problemi economici tra i genitori giovani, belli e carismatici ma soprattutto innamoratissimi, il piccolo Buddy del film da grande arriverà a comprendere (…) che la strada in cui vive e le persone che ha conosciuto e amato nei suoi primi anni gli sono rimasti per sempre accanto, molto tempo dopo essersene andati. Belfast è puro Branagh (…) con i suoi meravigliosi attori e la ricostruzione di un periodo storico davvero in bianco e nero, diviso in contrasti feroci, lacerato da guerre di religione (quanto poco sembra cambiato, da allora!) e di un ambiente che si concentra su una strada coi suoi abitanti e i suoi immediati dintorni, Kenneth Branagh firma una dichiarazione d’amore ad un paese, al cinema e soprattutto alla sua famiglia, a tutti coloro che non si sono arresi alla violenza e hanno avuto la fortuna di poter cercare altrove una vita migliore e pacifica» (Daniela Catelli, comingsoon.it)