Mavka e la foresta incantata

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Mavka e la foresta incantata

un film d’animazione di Oleksandra Ruban, Oleg Malamuzh
con la voce di Fraffrog
sceneggiatura: Yaroslav Voytseshek
musiche: Dario Vero
produzione: Animagrad Animation Studio
distribuzione: Notorious Pictures
Ucraina, 2023 ● 90 minuti

v. doppiata in italiano

Dall’opera della poetessa e scrittrice Lesja Ukraїnka arriva anche in Italia un film che mescola il mito e il folklore con l’attualità e che ci ricorda l’importanza dell’amore e della fiducia reciproca.

Mavka è una bellissima ninfa della foresta conosciuta dagli umani come Anima della Foresta. Insieme al suo animale custode difende la foresta dai pericoli esterni inclusa l’invasione degli umani nel suo regno. Un giorno dovrà affrontare una scelta impossibile: scegliere tra l’amore e il suo dovere da guardiana del Cuore della Foresta. Riuscirà a farsi amare dal talentuoso giovane musicista Lucas e proteggere il suo regno?

«L’Ucraina non è mai stata così al centro dei nostri pensieri come nell’ultimo anno, e non può non commuovere una sfumatura preziosa: Mavka ha il potere di risolvere la situazione di conflitto che si viene a creare, ma a scapito della sua innocenza, facendosi letteralmente divorare dall’ira, come avvenne al suo predecessore Lesh. Rabbia, violenza e distruzione, assenza di comunicazione tra due mondi, volontà da parte di uno di cancellare l’altro, per reazione o deliberatamente. Su tutto, la tradizione di un odio reciproco, da rispettare finché non ci si opporrà a quella che sembra l’unica possibile visione del mondo. (…) Per le tempistiche di lavorazione di un lungometraggio del genere, è improbabile che la sceneggiatura volesse occuparsi della guerra in corso da un anno, però il fascino di ogni impresa artistica sincera sta nel suo acquisire significati a prescindere dalla volontà dei suoi autori. Nel loro piccolo, nella loro giovane tradizione, gli Animagrad con Mavka guardano da lontano al Miyazaki della Principessa Mononoke, finendo per raccontare una fiaba sulla volontà di pace, sulla brutalità insensata dello scontro fisico e sul rispetto per l’ambiente, vittima indiretta della follia. C’è tanto da discutere con i piccoli spettatori accompagnati al cinema, in una confezione che si difende bene sul piano tecnico, specialmente nella direzione artistica di colori saturi e nella resa degli effetti visivi in alcune sequenze più visionarie. E paesaggi e costumi per un’ora e mezza ci ricordano l’identità di una nazione, che negli ultimi tempi siamo più abituati ad associare a fredde cartine politiche o terribili reportage.» (Domenico Misciagna, comingsoon.it)