
MANODOPERA
Interdit aux chiens et aux Italiens
un film d’animazione di Alain Ughetto
sceneggiatura: Alexis Galmot, Anne Paschetta, Alain Ughetto
fotografia: Fabien Drouet, Sara Sponga
montaggio: Denis Leborgne ● musiche: Nicola Piovani
produzione: Les Films du Tambour de Soie
distribuzione: Lucky Red
Francia, Belgio,Svizzera,Italia, Portogallo, 2023 ● 70 minuti
v. doppiata in italiano
2022, Annecy Festival International du Film d’Animation: premio della giuria
EFA: miglior film d’animazione

Alain Ughetto risale il proprio albero genealogico e attraverso un minuzioso lavoro di ricostruzione storica traccia il percorso dei propri nonni dall’Italia verso la Francia. ci fa scoprire il “Mondo dei vinti”, fatto di proletari e sottoproletari sfruttati e malpagati. Ci mostra le mani che hanno coltivato la terra, spaccato pietre, impastato polenta, tirato su case ricostruendo con dolcezza e senza nostalgia un mondo ormai scomparso eppure ancora così pieno di verità e di significato.
Piemonte, inizi del ‘900. La speranza di una vita migliore spinge Luigi Ughetto e sua moglie Cesira a varcare le Alpi e a trasferirsi con tutta la famiglia in Francia. Il regista Alain Ughetto ripercorre la sua storia familiare in un dialogo immaginario con la nonna. L’animazione in stop-motion ripercorre la vita sofferta e romanzesca degli emigrati italiani mettendo in scena un racconto fresco e poetico.
«Mio padre mi raccontava che in Italia esisteva un villaggio dove tutti portavano il nostro nome e questa storia mi aveva sempre intrigato, ma né io né mio padre parlavamo italiano, dunque la cosa si è sempre fermata all’aneddoto. Poi però sono andato personalmente in Piemonte e ho scoperto che esisteva per davvero Ughettera, ovvero “La terra degli Ughetto” e da lì mi è venuta la voglia di riscoprire a ritroso il percorso che avevano fatto i miei nonni quando sono arrivati in Francia. Ho raccolto testimonianze dal lato francese della mia famiglia e poi ho scoperto un libro, “Il mondo dei vinti” di Nuto Reverelli, ricco di testimonianze simili a quelle dei miei nonni, che parlavano di guerra, miseria… è stato in quel momento che ho avuto questa idea e ho cominciato a mettere in piedi questa macchina produttiva. Ho scelto questa tecnica della stop-motion perché permette di far vedere l’importanza del lavoro manuale. Mio nonno era un “bricoleur“, ed è un’esperienza, un talento, una capacità che ha trasmesso anche a me, che amo fare bricolage. Quindi ho cercato proprio di mostrare l’importanza del lavoro manuale nel film con questa tecnica da una generazione all’altra.» (Alain Ughetto)
«Manodopera è un film delicato che mostra come l’effetto degli eventi storici spazzi via le classi sociali più deboli cancellandole senza pietà. Il prete passa e si prende il meglio del raccolto, i fascisti irrompono per violentare le donne e rubare nelle case dei poveri. Alain Ughetto non indugia nel pietismo e nella commiserazione ma ridà dignità e visibilità ad un mondo sommerso fatto di fame, di stenti, di sopraffazioni. La mancanza di istruzione rende questi lavoratori prede di padroni senza scrupoli e li rende ricattabili dal sistema di produzione. (…) Commentato dalle dolcissime note di Nicola Piovani, Manodopera è una poesia in stop motion che celebra il diritto al lavoro e alla sopravvivenza per ogni essere umano. Alain Ughetto, percorrendo la strada dei suoi antenati, riscopre e celebra la dignità di una generazione di lavoratori e ci avverte di sospendere facili giudizi sui migranti d’oggi. Ogni epoca ha avuto i suoi martiri. E spesso erano nomadi che giravano di paese in paese per cercare una terra in cui potere ricominciare. Negare oggi questa possibilità per altri “vinti” significa non avere memoria della propria storia.» (Fabio Fulfaro, sentieriselvaggi.it)