MATRIMONIO ALL’ITALIANA

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MATRIMONIO ALL’ITALIANA

un film di Vittorio De Sica
con Sophia Loren, Marcello Mastroianni, Aldo Puglisi, Tecla Scarano, Generoso Cortini,
Vito Morriconi, Gianni Ridolfi, Marilù Tolo
sceneggiatura: Renato Castellani, Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, Tonino Guerra
dalla pièce Filumena Marturano di Eduardo De Filippo
fotografia: Roberto Gerardi ● montaggio: Adriana Novelli
musiche: Armando Trovajoli
produzione: Carlo Ponti per Compagnia Cinematografica Champion, Les Films Concordia
distribuzione: Cineteca di Bologna
Italia, 1964 ● 102 minuti

v.o. in italiano

1965, David di Donatello: miglior regista, produttore, attrice e attore protagonisti
Golden Globe: Samuel Goldwyn International Award
Nastro d’argento: migliore attrice non protagonista a Tecla Scarano
1966, Premio Oscar: candidatura miglior film straniero

La Cineteca di Bologna celebra i 100 dalla nascita di Marcello Mastroianni, uno dei più grandi divi del cinema mondiale. Tra i restauri di quest’anno Matrimonio all’italiana, una commedia all’italiana d’altri tempi, briosa e tragicomica. Divi indiscussi Marcello Mastroianni e Sophia Loren all’apice delle loro carriere in una storia che è l’adattamento della più celebre opera di Eduardo De Filippo: Filumena Marturano.

giovedì 17 Ottobre 17:00 ▪︎ Rho ▪︎︎ cin&città

Filumena Marturano è una giovanissima prostituta e Don Domenico Soriano è un signorotto benestante. I due si incontrano durante un bombardamento in una casa di tolleranza e l’uomo, intenerito e affascinato, fa di lei la sua amante per anni. Ma Filumena non si accontenta e, un giorno, finge la morte per farsi sposare in extremis. Scoperta la beffa, stupisce nuovamente il consorte informandolo di essere la madre di tre ragazzi, uno dei quali è figlio suo, ma si guarda bene dal rivelargli quale.

«Il divertimento di De Sica come persona era incredibile. Come regista, andava diritto ai sentimenti, preciso, senza nessuna sbavatura, e poi era straordinario nella conduzione dell’attore, del resto lo si vedeva da come riusciva a fare lavorare i bambini. Mi ricordo tutte le storie che si raccontavano sulla sua pazienza con loro, e invece ogni tanto non ce la faceva più e cominciava a urlare. E si può anche capire, perché tra la situazione delle due famiglie, il gioco, gli impicci della produzione, era un uomo stanco. Io lo guardavo sempre con ammirazione perché per me più italiano di così non si poteva essere, e quando dico italiano intendo il meglio. Con tutti i suoi difetti, era un personaggio esaltante.» (Marcello Mastroianni)

«Nel 1964 De Sica torna a Napoli per girare un film tratto dall’opera più celebre di Eduardo De Filippo, la sua “creatura più cara” (…). Preferisce tuttavia (o non può, o non osa) non intitolare il film Filumena Marturano. Del resto, Eduardo viene interpellato per la sceneggiatura, ma subito sparisce (…). Matrimonio all’italiana è titolo che ammicca, si traduce bene, ribilancia il peso dei divi: Sophia e Marcello all’apogeo della carriera, in un turbinio di Oscar e glamour. La sfida evidente è trasformare questa Loren, spettacolare e trentenne, nella consumata e drammatica Filumena. Per Mastroianni è più semplice: reinventa Domenico Soriano in chiave di gaglioffo amabile, galleggia da par suo sulla capacità di seduzione che in Eduardo era solo presunta o già sepolta. Formidabile il lavoro degli attori e con gli attori, formidabile la scenografia. Gli ambienti del dopoguerra piccoloborghese di Eduardo diventano interni cavernosi, percorsi da un senso di disfacimento. Intorno, Napoli aggiornata al 1964 appare un luogo estraneo e involgarito (…). Alla fine troviamo i due alle falde del Vesuvio, in un paesaggio grigio, in una scena che ha non poco di assurdo: due vecchi amanti, che hanno avuto tutta la vita per disgustarsi a vicenda, cedono a un improvviso quanto improbabile riaccendersi del desiderio. Eppure in questo incongruo avvinghiarsi, così smaccatamente italian-international style, De Sica, che è artista grande non meno che lucido uomo di spettacolo, fa esplodere il senso delle eduardiane “vite scaraventate l’una contro l’altra”» (Paola Cristalli)