IL TEMPO CHE CI VUOLE
un film di Francesca Comencini
con Fabrizio Gifuni, Romana Maggiora Vergano, Anna Mangiocavallo, Luca Donini
sceneggiatura: Francesca Comencini ● fotografia: Luca Bigazzi
montaggio: Francesca Calvelli, Stefano Mariotti ● musiche: Fabio Massimo Capogrosso
produzione: Kavac Film, IBC Movie
distribuzione: 01Distribution
Italia, 2024 ● 110 minuti
v.o. in italiano
2024, Mostra del cinema di Venezia: fuori concorso, Premio Pasinetti miglior attrice,
Premio Campari per la scenografia
Il bellissimo film di Francesca Comencini, fuori concorso a Venezia 81, è un commovente omaggio al padre Luigi ma anche l’opera definitiva di chi ha appreso la sua lezione pubblica e privata. E ha due formidabili protagonisti: Fabrizio Gifuni e Romana Maggiora Vergano
Un padre e una figlia. Il cinema e la vita. L’infanzia che sembra perfetta e poi diventare grandi sbagliando tutto. Cadere e rialzarsi, ricominciare, invecchiare, diventare fragili, lasciarsi andare ma non perdersi mai. Il tempo che ci vuole per salvarsi.
«Questo film è il racconto molto personale di momenti con mio padre emersi dai ricordi e rimasti vividi e intatti nella mia mente. Un racconto personale che credo però trovi la giusta distanza nel fatto che in mezzo al padre e alla figlia c’è sempre il cinema come passione, scelta di vita, modo di stare al mondo. Intorno gli anni delle stragi, delle rivoluzioni sociali, della comparsa delle droghe, che stravolsero la vita di una intera generazione.» (Francesca Comencini)
«C’è soprattutto la vita, nel Tempo che ci vuole, ma anche tantissimo cinema. Le pellicole che Comencini padre ha salvato dalla distruzione e poi donato alla Cineteca di Milano, che qui restano come inserti, fughe, versioni alternative e (im)possibili della vita stessa. Ma anche la scrittura, il set, lo sguardo sperso di chi vince un premio e non sa se quel momento è il cinema, o è la vita. Un rasoio per farsi la barba, il tendone di un circo, una scalinata salita a fatica. E quando alla fine parte la colonna sonora di Pinocchio, ecco che noi comuni mortali crolliamo definitivamente, e torniamo a mischiare tutto, noi comunque salvati dal cinema, noi sempre condannati al cinema.» (Mattia Carzaniga, rollingstone.it)