Giurato numero 2
un film di Clint Eastwood
con Nicholas Hoult, Leslie Bibb, J.K. Simmons, Zoey Deutch, Toni Collette, Kiefer Sutherland
sceneggiatura: Jonathan A. Abrams ● fotografia: Yves Bélanger
montaggio: David S. Cox, Joel Cox ● musiche: Mark Mancina
produzione: Dichotomy Films, Gotham Group
distribuzione: Warner Bros. Italia
Stati Uniti, 2024 ● 114 minuti
v. doppiata in italiano
A 94 e al suo ennesimo ultimo film Clint Eastwood torna dietro la macchina da presa e ci regala un ritratto lucido e implacabile della giustizia americana. Una lettera aperta sulla solitudine dell’uomo contro le forze oscure della psiche, del destino e della società in cui fa i conti col giudizio di Dio, della coscienza, della storia e del pubblico.
Justin Kemp è un padre di famiglia che presta servizio come giurato durante un processo per omicidio. Nel corso dell’udienza, però, Kemp si rende conto che è stato lui a uccidere la vittima, investita da un’auto in corsa. L’uomo si ritroverà così alle prese con un dilemma morale. Sconvolto dalla scoperta, ma non intenzionato a dire la verità, Kemp cercherà in ogni modo di salvare l’imputato.
«Non è uno sport intellettuale, è un mestiere emotivo. A volte ti piace una sceneggiatura e vuoi farla come attore, a volte ti piace una sceneggiatura perché pensi che vorresti anche dirigerla. Hai un’idea per determinati progetti e vuoi assicurarti di lasciare il segno su di essi, perché se li affidi a qualcun altro, potrebbero iniziare a vedere le cose in modo diverso.» (Clint Eastwood)
«La trama di Giurato Numero 2 è semplice e complessa, lineare e articolata, al tempo stesso. Il cinema che la racconta è tanto più limpido e cristallino, tanto più diretto e evidente, quanto più opache, contorte e ambigue sono le posizioni di tutti i personaggi che popolano le sue inquadrature. Eastwood, a 94 anni, ha una lucidità impressionante nel raccontare una storia dove si parla di giustizia e verità, etica e morale, politica e umanità. Lo fa senza sbagliare un colpo, un’inquadratura, uno stacco di montaggio, un personaggio secondario, un dettaglio narrativo, senza mai perdere di vista urgenza della verità ma nemmeno quella della suspense e dell’intrattenimento dello spettatore. Cos’altro si possa chiedere a lui e al cinema tutto?» (Federico Gironi, comingsoon.it)