Una notte di 12 anni

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UNA NOTTE DI 12 ANNI ● LA NOCHE DE 12 AÑOS

un film di Álvaro Brechner
con Antonio de la Torre, Chino Darín, Alfonso Tort, Soledad Villamil,
César Troncoso, Mirella Pascual ● sceneggiatura: Álvaro Brechner
fotografia: Carlos Catalán ● montaggio: Irene Blecua, Nacho Ruiz Capillas
musiche: Federico Jusid ● produzione: Tornasol Films, Haddock Films, Manny Films
distribuzione: Bim Distribuzione in collaborazione con Movies Inspired
Ungheria, Spagna, Argentina, Francia, Germania, 2018

v.o. spagnolo con sottotitoli in italiano

Berlinale 2016: premio ARTE ● Cairo International Film Festival 2018: premio FIPRESCI
Mostra del cinema di Venezia: sezione Orizzonti

4323 giorni senza vedere la luce del giorno. UNA NOTTE DI 12 ANNI è il viaggio nelle tenebre di José Mujica detto Pepe, Eleutero Fernández Huidobro detto Ñato e Mauricio Rosencof, tre militanti tupamaros catturati e poi segregati dal ’73 all’85.

1973. L’Uruguay è sotto il controllo di una dittatura militare. Una notte di autunno, tre prigionieri Tupamaro vengono portati via dalle loro celle nell’ambito di un’operazione militare segreta. L’ordine è chiaro: “Visto che non possiamo ammazzarli, li condurremo alla pazzia.” I tre uomini resteranno in isolamento per 12 anni. Tra di loro c’è anche Pepe Mujica, futuro Presidente dell’Uruguay.

«Il progetto mi ha richiesto un lungo lavoro di ricerca e preparazione, durato oltre quattro anni. Il film è una sorta di percorso esistenziale, la sfida principale, quindi, è stata quella di evitare di farne un prison-movie. L’ordine dell’esercito era chiarissimo: “Visto che non possiamo ammazzarli, li condurremo alla pazzia.” Il mio obiettivo non era solo una meticolosa ricostruzione storica degli eventi, bensì la riproduzione di un percorso estetico e sensoriale, tale da consentire al pubblico di toccare da vicino l’esperienza di come si possa sopravvivere a una tale lotta interiore.» (Álvaro Brechner)

«Da una storia vera, di quelle che superano ogni immaginazione, Brechner trae un film che dalla forte passione civile e attento alle esigenze della Storia, ma che è capace di evadere con la forza del cinema dalle regole di un genere troppo stesso prigioniero di sé stesso. Notevole, e coraggioso, il punteggiare la vicenda di Mujica e compagni con momenti che giocano con l’assurdo, il grottesco e il ridicolo della dittatura militare, e non solo col suo orrore, con guizzi del genio di Bonvi delle Sturmtruppen.» (Federico Gironi, Comingsoon.it)