BAIKONUR, TERRA

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baikonur, terra

un film di Andrea Sorini
sceneggiatura: Eliseo Acanfora, Andrea Sorini  ● fotografia: Gabriele De Paolo
montaggio: Francesco Fabbri
produzione: Lumen Films, The Piranesi Experience, Rai Cinema, Il Saggiatore
distribuzione:
Italia, 2018 ● 74 minuti

v.o. russo/kazako con sottotitoli in italiano

Vancouver IFF 2018 ● Filmmaker Festival 2018: premio Prospettive

mercoledì 16 ottobre proiezione speciale alla presenza del regista Andrea Sorini

è il primo, unico e più grande impianto di lancio operativo al mondo,  da qui sono partiti il primo Sputnik nel 1957 e la leggendaria missione di Gagarin pochi anni dopo.  Baikonur, Terra di Andrea Sorini ci porta in questo mausoleo fatto di gloria antica da cui gli esseri umani continuano a perlustrare le frontiere, spostando i propri limiti spedizione dopo spedizione.

“Alzate la testa” recita un manifesto con il volto di Yuri Gagarin sullo sfondo dello spazio: siamo nel centro abitato di Baikonur, base spaziale ex sovietica e oggi russa, nel cuore del Kazakistan dove tutto – anche la fede – sembra essere rivolto all’esplorazione dello spazio. “Dal 1988 benediamo i razzi e gli astronauti, è la prova che siamo diretti verso la stessa meta”, dice un prete ortodosso davanti alla prima icona della Madonna lanciata nello spazio. Da qui sono partiti il primo Sputnik nel 1957 e la leggendaria missione di Gagarin pochi anni dopo. Andrea Sorini osserva quel luogo così vicino al cielo nel periodo che precede il lancio di una missione Soyuz, incaricata di fare esperimenti sulla possibilità di vita nelle stazioni spaziali. Ipnotica cattedrale nel deserto, il cosmodromo e il centro abitato che lo circonda portano sulla loro superficie i segni della Storia: la Guerra fredda, la corsa allo spazio, l’impatto della tecnologia sulla natura che ha desertificato buona parte dell’immenso lago Aral. E al di sopra, le stelle verso le quali tutti, a Baikonur, hanno imparato a guardare.

«I miei modelli fanno riferimento soprattutto al cinema e alla letteratura di fantascienza russa, in particolare Tarkovsy, che ha scritto e diretto film come Stalker e Solaris tra i più noti e Lopushansky, che, nel film “A visitor to a Museum”, ha utilizzato zone abbandonate della Russia per raccontare una storia di fantascienza. Anche Guerre Stellari ha contribuito nella scrittura del film per la presenza di abitanti in paesaggi desertici insieme ad astronavi e situazioni spaziali. A dire il vero però l’ispirazione maggiore è arrivata dalla fotografia: lo stile visivo, infatti, ha un forte legame con il carattere sognante delle immagini di Luigi Ghirri, nelle cui opere c’è una forte relazione tra fiction e realtà» (Andrea Sorini)

«Un film di bellezza ultraterrena, lo studio documentaristico dolcemente surreale di Andrea Sorini sulla casa del Cosmodromo di Baikonur, il primo impianto al mondo per il lancio nello spazio, raggiunge l’obiettivo di far sembrare la vita sulla Terra aliena quanto qualsiasi altro luogo dell’universo. Costruito per il lancio dello Sputnik negli anni ’50, il Cosmodromo, situato in una regione desertica del Kazakistan, è ancora in uso, per inviare razzi alla Stazione Spaziale Internazionale. Mucche e cammelli vagano per le strade scarsamente popolate, antiche chiese e statue contrastano con la rigida architettura modernista del programma spaziale, e un bar karaoke è immerso in una misteriosa luce blu. Il film di Sorini è una meraviglia cinematografica, piena di immagini strane e belle, che si trasforma lentamente in un finale esplosivo.» (Museum of the moving image di New York)