TUTTO L’ORO CHE C’È

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TUTTO L’ORO CHE C’È

un film di Andrea Caccia
con Filippo Caccia,Rinaldo Molaschi, Francesco Falzone, Daniele Ferrario, Roberto Vailati
sceneggiatura: Andrea Caccia ● montaggio:  Cristian Dondi, Andrea Caccia
fotografia: Massimo Schiavon, Andrea Caccia ● suono: Luca Bertolin
produzione: Dugong Films, Rough Cut, Picofilms
Italia, 2019 ● 100 minuti

v.o. in italiano

2019 International Film Festival Rotterdam – IFFR ● Torino Film Festival ● FILMMAKER FESTIVAL

il nuovo lavoro di Andrea Caccia, Tutto l’oro che c’è, è Un’immersione totale, quasi un abbandono, nel paesaggio del Parco del Ticino, preziosa riserva naturale e universo calato in una temporalità sui generis.

Nei boschi e sulle rive del fiume Ticino, tra Lombardia e Piemonte, cinque uomini di età diverse esplorano il territorio, ognuno a modo proprio, in quasi totale assenza di parola. Un cacciatore di frodo si aggira tra gli alberi con il suo cane e il fucile in spalla, in cerca di selvaggina. Un ragazzino scala gli alberi con le corde e gioca a riconoscere piante e animali. Un anziano contadino pescatore attraversa il fiume e ne setaccia pazientemente il greto con attrezzi antichi. Un naturista solitario si gode il sole e la libertà del corpo nudo, in attesa della possibilità di altri corpi. Un carabiniere in impeccabile divisa nonostante il caldo si aggira tra ruderi invasi dalle piante, raccogliendo indizi fotografici di un’indagine che rimane misteriosa.

«Conosco bene quella zona, sono nato sul versante piemontese del fiume, a Novara. Dopo aver vissuto per molto tempo a Milano, da dieci anni sono tornato a vivere sul versante lombardo, a Cuggiono. Mi è sempre piaciuto il fiume, da ragazzino ci andavo con mio padre e ora, da adulto, con mio figlio Filippo che compare nel documentario. E da sempre mi ha incuriosito il fatto che il Ticino sia uno dei fiumi più ricchi d’oro d’Italia. Dopo il boom d’interesse negli anni Settanta che ha anche portato alla nascita del Parco del Ticino, negli ultimi anni ho visto con i miei occhi la rinascita della corsa all’oro. Il segnale di una crisi economica globale che ha dietro una radice profonda che volevo indagare.» (Andrea Caccia)

«In questa ricerca di sé, in cui nessun personaggio ne incontra mai un altro, la macchina da presa segue tutti rispettando il tempo di ciascuno. Film che non vive di artifici spettacolari ma di pura, attiva contemplazione, in una successione di quadri ordinati, in cui è sempre un elemento vivo, pulsante, a sbalzare e modificare la composizione, che sorprende per la seduzione del suono in presa diretta, mai soverchiante, in una sinfonia di frinire di cicale, canti di uccelli, stormire di fronde, scrosciare dei corsi d’acqua.» (Raffaella Giancristofaro, MYmovies.it)