La Ville Engloutie

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La ville Engloutie

un film di Anna De Manincor – Zimmerfrei
sceneggiatura: Anna de Manincor e Claire Astier ● fotografia: Roberto Beani
montaggio: Davide Pepe, Anna de Manincor ● musiche: Massimo Carozzi, Susanna La Polla
produzione: Centre National des Arts de la Rue L’Abattoir
distribuzione: Bo Film
Italia, 2016 ● 66 minuti

v.o. francese con sottotitoli in italiano

2016 Torino Film Festival ● 2017 Visioni italiane

Come apparirà Chalon-sur-Saône nel 2040? Il documentario è una creazione collettiva e originale che proietta visioni, paure e desideri su una città immaginaria e distopica. Il futuro è già qui.

Il film è il settimo della serie Temporary Cities, ritratti di città filmati in piccole aree che stanno affrontando un processo di trasformazione – un quartiere, una piazza, un bar o anche una singola panchina – dove il tema principale sono i residenti, la loro percezione e l’uso dello spazio pubblico.

«La prima persona che abbiamo incontrato a Chalon ce l’ha descritta come una sinking city, una città che affonda e si restringedopo la scomparsa dei cantieri navali e delle grosse industrie sorte lungo il fiume Saône. La storica sede della Kodak è scomparsa senza lasciare traccia, demolita con un’esplosione di dinamite, ma i piloti di peniche parlano ancora dell’acqua del fiume colorata di blu, verde, giallo, come un bagno rivelatore andato a male. Guidati da alcuni abitanti, abbiamo filmato Chalon-sur-Saône come se fosse già sott’acqua, una città tanto concreta quanto immaginaria in cui le terre, le acque e altre specie viventi stanno riconquistando le aree disertate dagli umani. Dopodomani leggeremo ancora Ballard, ma non capiremo una parola.» (Zimmerfrei)

«a ben vedere la sua funzione, come quella dei sei lavori che l’hanno preceduto (LKN Confidential, The Hill, Temporary 8th, Hometown | Mutonia, La beauté c’est ta tête, Steadfast On Our Sand) sta proprio nel proporre un nuovo dettaglio da vedere, per comprendere come l’umano si sviluppi con e oltre il mondo che lo circonda, e che in ogni caso lo sovrasta. Il palazzo crolla, la gente è in piedi. Stanca, a volte disperata, sarcastica. Ma in piedi. Coperta della polvere di una società che non ha interesse per l’uomo. Ma in piedi. La città è stata sommersa, ma ci si può lanciare da un argine nel fiume.» (Raffaele Meale, quinlan.it)