GLI ANNI AMARI

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GLI ANNI AMARI

un film di Andrea Adriatico
con Nicola Di Benedetto, Sandra Ceccarelli, Antonio Catania,”
Tobia De Angelis, Lorenzo Balducci
sceneggiatura: Grazia Verasani, Stefano Casi, Andrea Adriatico
fotografia: Gianmarco Rossetti ● montaggio: Chiara Marotta
produzione: Cinemare
distribuzione: I Wonder Pictures
Italia, 2020 ● 112 minuti

v.o. in italiano

A quasi trent’anni dalla scomparsa di Mario Mieli Andrea Adriatico porta sullo schermo la sua vita intensa di intellettuale e attivista del movimento omosessuale. Un genio, che ci ha sedotto come riusciva a sedurre tutti coloro con cui entrava in relazione.

Il film ripercorre la vita e i luoghi di Mario Mieli, personalità di grande rilievo nell’Italia degli anni Settanta, tra i fondatori del movimento omosessuale nostrano. Intellettuale, scrittore, attivista, performer, provocatore, ma soprattutto pensatore e innovatore dimenticato. La pellicola ne segue i passi a partire dall’adolescenza al liceo classico Giuseppe Parini di Milano. Tra la vita notturna sfrenata nella “Fossa dei Leoni” a parco Sempione e nei locali gay milanesi, quando ancora omosessualità era sinonimo di disturbo mentale o depravazione, il viaggio a Londra e l’incontro fondamentale con l’attivismo inglese del Gay Liberation Front, il ritorno in patria e l’adesione al “Fuori!”, prima associazione del movimento di liberazione omosessuale italiano, e poi la fondazione dei “Collettivi Omosessuali Milanesi”. Mario è protagonista assoluto, attorno al quale gravitano nomi e volti di amici e compagni che, con lui, hanno contribuito a cambiare la storia.

«Non è il semplice racconto ardimentoso di una stagione di lotta per i diritti LGBT, c’è lo sguardo su un ragazzo insofferente all’omologazione, sia quella – come avrebbe detto lui – “eteronormativa”, sia quella di un movimento omosessuale che dopo i primi atti rivoluzionari cercava forme di normalizzazione.» (Andrea Adriatico)

«La storia di una figura unica, che (…) ha speso la sua vita nella lotta per la libertà di essere diverso, anzi, di essere diversi. Un rifiuto categorico dell’omologazione. Andrea Adriatico decide di raccontarci la figura di Mieli nel modo più chiaro e semplice possibile, (…) preciso e consapevole. Una regia invisibile, quasi svuotata di ogni licenza, totalmente a servizio della storia, così come la sceneggiatura, figlia di una ricerca quasi scientifica della vita e del pensiero di Mario, oltre che del periodo storico. (…) un film importante per il suo scopo; un lavoro delicato e pensato, (…) sobrio nella rappresentazione, (…) asciutto per scelta o per necessità. Un piccolo omaggio ad una figura che speriamo possa essere riscoperta presto da tutti.» (Jacopo Fioretti, cinematographe.it)