Frastuono_con sott. in inglese

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Frastuono

un film di Davide Maldi
con Iaui Tat Romero, Angelica Gallorini, Alice Bianconi, Lorenzo Fedi
Elia Zampini, Alessandro Fiori, Father Murphy
sceneggiatura:  Davide Maldi, Lorenzo Maffucci, Nicola Ruganti
fotografia: Davide Maldi ● montaggio: Ilaria Fraioli
produzione: The Year Punk Broke, Invisibile film, Rai Cinema
distribuzione:
Italia, 2014 ● 81 minuti

v.o. in italiano con sottotitoli in inglese

Torino FF, 2014: in concorso

Dopo tre anni di riprese e di raccolta di materiale si è arrivati a una sintesi che rispecchiasse il senso di una ricerca fatta per raccontare l’adolescenza e la crescita

Iaui, nato e cresciuto in una comunità autogestita sull’Appennino tosco-emiliano, è un ragazzo dei boschi che non perde mai la sua aria trasognata e cammina fiero in un mondo che sembra essere il suo. Ogni giorno scende dalla montagna per frequentare il liceo artistico di Pistoia. Il suo sogno è produrre musica psy-trance e suonarla nei festival in giro per il mondo. Angelica vive in città ed è una ragazza solitaria che cerca continuamente un contatto con l’esterno attraverso la sua musica. Angelica vive in città, nella sua stanza c’è il suo mondo. Ha una band con i suoi amici, anche lei usa la musica per far sentire la sua voce. Sin da bambina si è sempre filmata lanciando messaggi via web al mondo per cercare una connessione con ciò che abitava fuori dalla sua stanza. La vita di provincia di questi due adolescenti scorre parallela tra attese, tempi morti e improvvise accelerazioni. Il frastuono dei loro sogni trascinerà Angelica e Iaui fuori dalle loro stanze e dalla loro bolla, la loro vita sta cambiando, da lì la loro avventura giungerà a un cambiamento, un punto di non ritorno.

«Ho voluto raccontare una storia che interrogasse il crescere oggi, che scorresse nel frastuono contemporaneo dei suoni, ma anche delle prospettive. La pratica musicale è una curiosa palestra di relazioni, ed è difficile pensare a uno strumento di conoscenza del linguaggio giovanile che sia meno mediato, meno supino, più efficace e potenzialmente dirompente. Per gli adolescenti la musica è un’occasione per mostrarsi realmente diversi, eversivi, irrequieti, è la possibilità di portare avanti un progetto, individuale o collettivo, raccontato con suoni e parole, prima di sedersi sulle poltrone della vita normale, delle convenzioni, delle inibizioni. Nel corso di oltre tre anni di riprese questo film è mutato, naturalmente, ma l’intenzione del lavoro è rimasta la stessa: provare a raccontare l’adolescenza con la massima onestà e delicatezza. Filmare degli adolescenti per un periodo così lungo è stato possibile solo innescando un processo di relazioni guidato da regole non scritte tra chi filmava e chi veniva filmato. Le ragazze e i ragazzi che appaiono e scompaiono in questo film si sono messi in gioco senza paura e hanno accettato di perdere e guadagnare tempo insieme a me che, a debita distanza, ne osservavo il cambiamento. Frastuono racconta un momento della vita dei protagonisti dove a tracciare il sentiero era lo smarrimento che loro vivevano in quel periodo, è il primo film di una trilogia sull’adolescenza che ho deciso di realizzare.» (Davide Maldi)

«Frastuono è un film raro, sinuoso, dotato di una sottile malinconia, ed è quasi un film muto anche se parla di ragazzi che vogliono far musica, uno dei pochi modi che hanno di mettersi alla prova, in un’epoca ormai priva dei riti di passaggio se si escludono quelli dell’iter scolastico, peraltro senza ansie che li caratterizzavano un tempo. È ovvio che Pistoia non è Scampia, e che si parla di giovani “bene”, con famiglie che danno sicurezza, ma non conosciamo molti film che abbiano saputo raccontare così bene la transitoria (che a viverla sembrò a tutti interminabile) sospensione di quest’età. E si è grati agli autori per il rispetto e per la sensibilità che dimostrano nei confronti dei loro personaggi, e che viene forse dall’essere anche loro non troppo distanti da quegli anni e appartenenti ad ambienti simili, fortunati, ancora privi di gravi drammi o tensioni.» (Goffredo Fofi, Avvenire)