Io resto

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Io resto

un film di Michele Aiello
soggetto: Michele Aiello, Luca Gennari ● fotografia: Luca Gennari
montaggio: Corrado Iuvara ● musiche: Francesco Ambrosini
produzione: ZaLab
distribuzione: ZaLab
Italia, 2021 ● 81 minuti

v.o. italiano

2021: Biografilm Festival : Best Film Award Biografilm Italia; Visions du Reel : selezione “Grand Angle”
Ortigia Film Festival – premio “Sebastiano Gesù” per il Miglior Documentario

il 25 Settembre alle ore 17.40 il regista Michele Aiello sarà ospite in sala
insieme a Francesco Tarantini,
infermiere di Anestesia e Rianimazione e insegnante di infermieristica
presso l’Università degli Studi di Milano

uno sguardo ravvicinato e rispettoso sul nostro presente, su storie individuali che diventano sineddoche di una tragedia universale e che, in sintonia con la tradizione delle produzioni Zalab, restituisce la forza empatica e fraterna del miglior cinema d’osservazione.

Una videocamera accede, in via eccezionale, ai reparti dell’ospedale pubblico di una delle città che sta drammaticamente soffrendo il primo picco pandemico del COVID-19.
E’ un delicato esercizio di osservazione, che coglie con rispetto l’instaurarsi di nuove relazioni tra pazienti e personale sanitario, rese necessarie dalla pandemia e che mostrano un estremo bisogno comune, il calore umano.
Anche se a volte è doloroso, il film entra in empatia con le paure dei malati e con l’ascolto professionale ma accorato di medici e infermieri, rimanendo in una dimensione intima, lontana dal voyeurismo, dall’apologia dell’eroismo e da un’angosciosa rappresentazione mediatica.

«Ogni volta che penso a un medico, penso a mia mamma, Silvia, una pediatra inarrestabile e generosa. Fin da piccolo sono affascinato dalla sua attitudine al lavoro, completamente dedita alla cura dei bambini, che siano pazienti suoi o meno, sempre disponibile anche ben oltre gli orari di reperibilità.
Quando la pandemia ha colpito l’Italia e gli ospedali hanno cominciato a fronteggiare la prima grande ondata di pazienti, ho pensato alle tante Silvie, instancabili lavoratrici che rappresentano un punto di riferimento prezioso per la loro comunità. Da lì è cresciuto il desiderio di raccontare un certo tipo di rapporto nella cura, non solo sanitario ma di sincero trasporto» (Michele Aiello)

«A fronte delle difficoltà poste dalla prossimità e dalla delicatezza del suo oggetto, il documentario di Michele Aiello riesce a restituire la temperatura emotiva della quotidianità stravolta di chi si è trovato ad affrontare la primissima ondata della pandemia. Evitando facili manipolazioni retoriche, trova la giusta distanza per mostrare la dignità e l’umanità dei membri di una comunità che diventa tale sotto ai nostri occhi, stringendosi in un momento tragico. Un’opera frutto di uno sguardo sensibile e consapevole, che rivela una riflessione matura sul linguaggio e che si inserisce nella migliore tradizione di un cinema d’osservazione che va ben oltre la semplice documentazione.» (Biografilm Italia)