Drive my car

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DRIVE MY CAR
Doraibu mai kâ

un film di Ryûsuke Hamaguchi
con Hidetoshi Nishijima, Tôko Miura, Reika Kirishima
sceneggiatura: Ryûsuke Hamaguchi, Takamasa Oe  ● fotografia: Hidetoshi Shinomiya
montaggio: Azusa Yamazaki ● musiche: Eiko Ishibashi
produzione: Bitters End
distribuzione: Tucker Film
Giappone, 2021 ● 179 minuti

v.o. giapponese con sottotitoli in italiano

2021, Cannes Film Festival: premio per la miglior sceneggiatura,
premio FIPRESCI e premio della giuria ecumenica

un lungo e intimo viaggio cinematografico dentro i silenzi e le confessioni di due anime, dove l’abitacolo di un auto diventa punto di partenza per un’esplorazione delle proprie ferite e fragilità. Una storia semplice e poetica, la conferma di un nuovo maestro del cinema orientale.

Domenica 27 marzo, in occasione della notte degli Oscar, torna la CINEMARATONA DA OSCAR! una giornata dedicata ai candidati nella categoria miglior film internazionale (a cui aggiungiamo Licorice Pizza).

Kafuku, un attore e regista teatrale che non riesce a superare la perdita della moglie Oto, accetta di dirigere Zio Vanja per un festival di Hiroshima. Lì conosce Misaki, una giovane donna silenziosa incaricata di fargli da autista e di guidare la sua macchina. Viaggio dopo viaggio, superate le reciproche riluttanze, Kafuku e Misaki lasceranno affiorare segreti e confidenze…

«Perché ho voluto girare un film basato sul racconto di Murakami? Perché in Drive My Car le interazioni tra Kafuku e Misaki, i due personaggi principali, avvengono all’interno di un’auto. E questo ha innescato i miei ricordi. Certe conversazioni, conversazioni intime, possono nascere solo all’interno di quello spazio chiuso e in movimento. Un luogo, in realtà un non-luogo, che ci aiuta a scoprire aspetti di noi stessi mai mostrati a nessuno. O pensieri che, prima, non sapevamo esprimere con le parole.» (Ryûsuke Hamaguchi)

«Quanto serve fingere per essere felici? E soprattutto quanto c’è di vero nelle storie che inventiamo? Drive My Car si aggira in questa terra di mezzo in cui il bisogno di messa in scena cammina al fianco a un profondo bisogno di verità. Nella loro relazione, Yusuke e sua moglie si curano di storie, riversando nei loro copioni tutto quello che vorrebbero e che hanno perso per sempre. Come se per i due amanti immaginare mille vite aiutasse a capirne almeno una: la loro. In questa allegoria lampante ma mai didascalica, Hamaguchi trova nell’ascolto la chiave per ambire alla consapevolezza. In un mondo dominato dall’ego di chi è autore e attore di sé stesso, Drive My Car ci ha regalato una meravigliosa lezione di empatia.» (Giuseppe Grossi, Movieplayer.it)