MIMì – IL PRINCIPE DELLE TENEBRE

/ / Senza categoria

MIMì – IL PRINCIPE DELLE TENEBRE

un film di Brando De Sica
con Domenico Cuomo, Sara Ciocca, Mimmo Borrelli, Giuseppe Brunetti
sceneggiatura: Ugo Chiti, Brando De Sica, Irene Pollini Giolai ● fotografia: Andrea Arnone
montaggio: Francesco Galli ● musiche: Pasquale Catalano
produzione: Indiana Production, Bartlebyfilm, Rai Cinema
distribuzione: Luce Cinecittà
Italia, 2023 ● 103 minuti

v.o. italiano

2023 Locarno Film Festival: fuori concorso

martedì 21 novembre ore 21.40
proiezione speciale, in sala il regista Brando De Sica

Napoli e i vampiri. Chi l’avrebbe mai detto?! dopo le esperienze nella pubblicità e gli inizi “familiari” nell’universo della commedia, l’esordio di Brando De Sica al lungometraggio è un horror che unisce il romanzo di formazione alla storia d’amore. Un progetto fatto di contaminazioni, citazionismo e un certo brio pop i cui protagonisti, Domenico Cuomo e Sara Ciocca, sono due anime sole che si incontrano e cercano di sfuggire a un mondo cinico e violento sullo sfondo di una Napoli a tinte dark.

Mimì è un adolescente orfano nato con i piedi deformi che lavora in una pizzeria a Napoli. Un brutto giorno incontra Carmilla, una giovane ragazza convinta di essere una discendente del conte Dracula. Insieme decidono di fuggire un mondo cinico e violento.

«Questo è un film sull’ importanza dei sogni e la fuga dalla realtà. Mimi. Il Principe delle Tenebre è una ballata di sognatori.» (Brando De Sica)

«L’eccentricità del lungometraggio di Brando De Sica consiste, nel fatto di proporsi, ontologicamente come un horror. Il genere, a Napoli, scannerizzando con mente rapida la tradizione, non mi pare abbia mai figliato, forse perché città considerata antitetica, tra o sole, o mare e tutta la coloristica locale connessa, al lugubre di marca più fantastica e meno terragna. Sebbene a Napoli gli assist offerti da una sinistra tradizione occulta ed esoterica non manchino, a cominciare, tanto per dirne una, dalla figura del Principe di San Severo e da tutti i misteri & segreti alchemici che attorno gli ruotano. In Mimì viene disseppellito – letterale – un altro bell’enigma connesso al sepolcro di un altro grande Principe che avrebbe trovato il proprio giaciglio finale (?) all’interno del chiostro minore del convento di Santa Maria la Nova, presso l’omonima chiesa di Napoli. Stiamo parlando del Principe delle Tenebre lui-même, di colui che la penna di Bram Stocker ha eternato, rielaborando la figura di Vlad III di Valacchia Hagyak, nel suo romanzo Dracula. (…)
Le psicologie dei due protagonisti hanno il non piccolo merito di rendere i personaggi di Cuomo e della Ciocca molto veri e possibili, innestando la lezione neorealista (che è bene familiare e nel dna di De Sica) in un tessuto di grotteschi & arabeschi (…) Ma è quando Mimì passa a riprendersi ciò che è suo, dopo avere menato grande strage in un concerto di Bastianazzo, che De Sica fa sfoderare al film artigli ultra-efferati, prendendo in contropiede e a santificanti calci in bocca il cinema e il pubblico del bon ton. E anche solo per questo meriterebbe una laurea honoris causa in crudeltà applicata, con nostro sommo gaudio, ovviamente. (…) Mimì – Il principe delle Tenebre si aggiunge e allo stesso tempo svetta su quel gruppuscolo di film italiani che ultimamente hanno dato l’impressione di aprire un nuovo fronte nell’horror, oltretutto senza avere sulle spalle il macigno di Tantalo di una natura derivativa. » (Davide Pulici, nocturno.it)