QUARTO POTERE

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QUARTO POTERE
CITIZEN KANE

un film di Orson Welles
con Orson Welles, Dorothy Comingore, Agnes Moorehead, Ruth Warrick, Ray Collins
sceneggiatura: Orson Welles, Herman J. Mankiewicz, John Houseman ●
fotografia: Gregg Toland ● montaggio: Robert Wise ●
musiche: Bernard Herrmann, Charlie Barnet, Pepe Guizar
produzione: Mercury Productions, Rko Radio Pictures Inc.
distribuzione: I Wonder Classics
Stati Uniti, 1941 ● 120 minuti

v.o. inglese con sottotitoli in italiano

1942 Oscar alla miglior sceneggiatura originale

forse l’esordio più famoso, più importante e più destabilizzante della storia del cinema: un film dall’aura ormai mitologica, inizio della folgorante carriera di Welles che ridefinisce e reinventa il linguaggio cinematografico tra salti temporali, angolazioni azzardate e un uso mozzafiato della profondità di campo per sondare le profondità dell’animo umano.

Il magnate della stampa Charles Foster Kane spira nelle stanze di Xanadu, il palazzo che ha costruito con le ricchezze di una vita. L’ultima parola che sospira: “Rosebud”. Chi, cos’era Rosebud? È alla risposta di questa domanda che Jerry Thompson si mette alla ricerca, interpellando chi Kane lo conobbe in vita e partecipò alla sua inarrestabile ascesa al successo: il socio d’affari Leland, il contabile Bernstein e l’amante Susan. Un uomo, tante prospettive da raccontare, forse nessuna verità?

«Con spiacere, devo ammettere che “Citizen Kane” è nato consciamente con l’ottica di essere un documento sociale, un attacco al lato avido della società. Eppure non ho costruito la storia cercando di metterla al servizio di questo tema: il compito di ogni narratore rimane quello di servire la storia al meglio possibile. È curioso che il film sia stato bandito in Unione Sovietica, trovavano che il personaggio di Kane, nel suo essere un capitalista e un tycoon, fosse troppo umanizzato nel corso della storia: certamente non era un film marxista, ma tuttavia era un diretto attacco alla proprietà e all’avidità e il ritratto di un uomo di grande talento e carisma che finisce per distruggere tutto quello che gli sta attorno.» (Orson Welles)

«Ho capito cosa vuol dire dirigere un film e il compito di un regista la prima volta che vidi Citizen Kane in televisione. Mi rese conscio dell’importanza del montaggio e della posizione della macchina da presa rispetto ai soggetti ripresi. Quello che secondo me Welles ha portato al cinema americano è stata la capacità di rendere esplicita la presenza della macchina da presa nel film, una sorta di auto-coscienza cinematografica: fino a quel momento si tendeva a mascherare e occultare la presenza del set, con lui è come fosse stato scoperchiato il vaso di Pandora. E poi al centro del film c’è Kane, il suo enigma: non lo potremo mai conoscere, non potremo mai davvero penetrare un personaggio simile fino in fondo.» (Martin Scorsese)