STRAY BODIES – CORPI ERRANTI

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STRAY BODIES – CORPI ERRANTI

un film di Elina Psykou
sceneggiatura: Elina Psykou ● fotografia: Nikolas Karanikolas
montaggio: Nikos Vavouris
produzione: Jungle Films, Anemon, Contrast Film, DocLab
distribuzione: DocLab
Grecia, Svizzera, Italia, Bulgaria, 2023 ● 109 minuti

v.o. inglese, greco, italiano, tedesco, maltese, francese con sottotitoli in italiano

Thessaloniki Documentary FF: menzione speciale della giuria

proiezione speciale mercoledì 26 giugno, ore 19.00
in sala Gaia Sacchi interprete del film, Avj Candeli direttore creativo Associazione Luca Coscioni,
Alice Spaccini attivista della Cellula Coscioni Milano e Eleonora Cirant
giornalista e antropologa Prochoice RICA

Con uno sguardo pieno di rispetto verso i suoi personaggi, ma intriso al tempo stesso di un surreale umorismo balcanico, la regista Elina Psykou ci accompagna in un viaggio per l’Europa che supera non solo i confini delle nazioni, ma anche le barriere imposte da leggi e convenzioni.

Robin è una ragazza maltese che aspetta un bambino, un figlio né cercato né accettato. Caterina e Gaia sono due giovani donne italiane. Entrambe single, desiderano disperatamente un figlio. Kiki, che vive in Grecia, soffre di una malattia incurabile e vuole che la sua vita si concluda con dignità. Le procedure a cui ognuna di loro spera di accedere – aborto, fecondazione da donatore, eutanasia – nel loro paese non sono ammesse, mentre lo sono in altre nazioni europee. È per questo che si trovano costrette a ricorrere al cosiddetto “turismo sanitario”, incontrando medici, oppositori e sostenitori del diritto alla vita e alla morte, nelle sue molteplici declinazioni politiche e morali.

«L’idea iniziale del film mi è venuta 13 anni fa. All’epoca ero sorpresa dal fatto che l’aborto fosse completamente vietato a Malta e che le donne dovessero quindi cercare altrove un’assistenza medica legale. In Grecia la cremazione non era consentita dalla Chiesa ortodossa e pertanto molti defunti venivano trasportati in Bulgaria, nei forni crematori di Sofia. Così, nella mia mente ho collegato queste due situazioni e mi è venuta l’idea di avvicinarmi a questa sorta di turismo surreale per i problemi inerenti la vita e la morte. Fortunatamente, cinque anni fa, la cremazione è stata finalmente autorizzata in Grecia, quindi la linea narrativa bulgara della storia è stata abbandonata, anche se abbiamo continuato a collaborare con il nostro co-produttore lì, Red Carpet. Quindi mi sono concentrata sull’aborto, sulle procedure in vitro e sull’eutanasia come opportunità per parlare della nascita, della morte e di tutti i viaggi che avvengono intorno ad esse – e di ciò che agli esseri umani è permesso e non è permesso fare. Anche la posizione delle istituzioni religiose è stata importante in tutto questo. Ciò che mi ha sorpreso è che, ad esempio, la cremazione non era consentita nella Grecia ortodossa, ma lo era nella Bulgaria ortodossa.» (Elina Psykou)

«Democrazia significa aprire la strada a tutti i tipi di opinioni, non importa se “giuste” o “sbagliate”, e Psykou, in quanto erede dell’antica cultura che ha portato il concetto di democrazia in Europa, lo difende con orgoglio. A questo proposito, Stray Bodies è tutt’altro che un film attivista, poiché ammette dichiarazioni controverse da parte di persone sia di destra che di sinistra, spingendo gli spettatori a ulteriori riflessioni e lasciando che si formino un proprio punto di vista. Inoltre, nonostante il film sembri suggerire che tutte queste procedure mediche speciali dovrebbero essere introdotte come un diritto umano universale, l’autore non chiude gli occhi sul fatto che l’interferenza con le leggi naturali è altamente monetizzata e che sono coinvolti seri interessi commerciali. Sebbene il diritto di ognuno di decidere in merito al proprio corpo sia innegabile nell’odierna società prevalentemente laica, il lusso di esercitare questo diritto ha comunque un prezzo elevato.» (Mariana Hrstova, Cineuropa.it)