VITTORIA

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VITTORIA

un film di Alessandro Cassigoli, Casey Kauffman
con Marilena Amato, Gennaro Scarica, Marilena Amato
sceneggiatura: Casey Kauffman, Alessandro Cassigoli ● fotografia: Melissa Nocetti
montaggio: Alessandro Cassigoli ● musiche: Giorgio Giampà
produzione: Zoe Films, Sacher Film
distribuzione: Teodora
Italia, 2024 ● 83 minuti

v.o. napoletano e italiano con sottotitoli in italiano

2024 Mostra del cinema di Venezia, orizzonti extra:
Premio Arca CinemaGiovani – Miglior film italiano, Premio FEDIC

giovedì 17 ottobre ore 17.00 > proiezione speciale in collaborazione con Turbine Magazine
che introdurrà il film raccontando la vicenda dell’Italsider, eredità dolorosa da cui scaturisce la vicenda

un nuovo tassello della preziosa esperienza cinematografica di Cassigoli e Kauffman in continuo e produttivo dialogo tra realtà e finzione, compagna di “Butterfly” e “Californie”: questa volta è un viaggio dentro la complessità delle dinamiche familiari e dei desideri apparentemente irrazionali della psiche umana, una storia di amore e ostinazione interpretata dalle stesse persone che l’hanno realmente vissuta.

giovedì 17 Ottobre
17:00

A 40 anni Jasmine ha avuto dalla vita tutto quello che poteva desiderare: un marito con cui ha un solido rapporto, tre adorati figli maschi e il suo amato salone di parrucchiera sul corso principale di Torre Annunziata. Ma dopo la morte di suo padre, Jasmine è tormentata da un sogno ricorrente: una bambina piccola e bionda le va incontro, si getta tra le sue braccia e proprio in quell’istante la donna prova un senso di completezza. Dopo mesi di lunghe riflessioni, decide che lei, quella bimba, la vuole veramente, e così, mettendo a rischio il proprio matrimonio, il benessere dei figli e la sua stessa stabilità emotiva, intraprende un complicato percorso di adozione internazionale

«Durante le riprese di Californie cercavamo una parrucchiera vera, la protagonista ha detto di conoscerne una. Marilena Amato ha funzionato molto bene in quel ruolo secondario, aveva qualcosa dentro. Durante le riprese abbiamo conosciuto anche la sua famiglia e la figlia adottata qualche anno prima. Marilena ci ha raccontato il percorso non facile dell’adozione. È scattato qualcosa. (…) Non sapevamo nulla sull’adozione, sono loro che ci hanno portato in questo mondo vasto, complesso e interessante. Abbiamo anche parlato con qualcuno che ha adottato, approfondendo molto l’argomento. Loro sono il contrario della famiglia tipica che adotta. Solitamente nei film non c’è molta rappresentazione della fase precedente all’arrivo del bambino. A noi piacevano loro e la loro storia, non volevamo un caso emblematico del mondo dell’adozione.» (Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman)

«Il cinema di Cassigoli e Kauffman sembra muoversi per incidenti, incontri casuali e si apre in una progressione continua. Ai margini di ogni storia, ci sono mille altre storie che vivono negli sguardi che incrociamo per caso, nei percorsi che per un attimo si intrecciano alle strade che stiamo percorrendo. Così come, d’altro canto, ogni storia si complica in rivoli, sottotrame, combinazione multiple. Il racconto prolifera e le vite da raccontare sono dei rizomi che si espandono sottoterra. È esattamente quel che accade in Vittoria, dove, dietro la vicenda principale, ci sono tante altre traiettorie, tutte direzioni potenziali di un percorso a parte (…) È chiaro che poi tutto ruota intorno al percorso di adozione intrapreso da Jasmine, alle tensioni familiari che ne seguono, ai dubbi, alle aspettative e alle paure. Ma la logica della struttura narrativa non vale a tenere a freno tutta questa vita che si muove intorno. Proprio come la messinscena della ricostruzione, la compostezza funzionale delle soluzioni formali (i dialoghi rigorosamente in campo contro campo) non bastano a contenere la realtà delle esperienze, la densità delle emozioni, dei conflitti e degli affetti che trovano sempre una loro via di ricomposizione.» (Aldo Spiniello, Sentieriselvaggi.it)