
Diciannove
un film di Giovanni Tortorici
con Manfredi Marini, Vittoria Planeta, Dana Giuliano
Zackari Delmas, Maria Pia Ferlazzo, Sergio Benvenuto
sceneggiatura: Giovanni Tortorici ● fotografia: Massimiliano Kuveiller
montaggio: Marco Costa ● musiche:
produzione: Frenesy Film Company
distribuzione: Fandango
Italia, 2024 ● 109 minuti
v.o. italiano
2024 Mostra Internazionale d’Arte del cinema di Venezia: Orizzonti
TIFF – Toronto Iff: Discovery ● Viennale: Features
2025 Göteborg Film Festival : Voyage
lunedì 10 marzo ore 21.30
proiezione speciale, in sala il regista Giovanni Tortorici
e il produttore Luca Guadagnino

L’opera prima di Giovanni Tortorici, prodotta da Luca Guadagnino e presentata in anteprima a Venezia nella sezione Orizzonti ed è stata definita come “il più bel film italiano al Lido”: un anno nella vita di Leonardo, 19 anni, universitario fuori sede che trascorre le sue giornate tra inquietudine, incertezza e solitudine. Leonardo trova conforto solo nella studio dei testi di “bella lingua” italiani con cui si costruisce una corazza per affrontare il mondo che lo circonda.
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Palermo, 2015. Leonardo, 19 anni, lascia la città natale per raggiungere la sorella a Londra e iniziare gli studi di Business. Tuttavia, l’entusiasmo iniziale presto svanisce. Inquieto, si iscrive d’impulso all’Università di Siena per studiare letteratura. Ma anche qui, molla il corso e decide di immergersi da solo nello studio dei testi di “bella lingua” italiani. Sarà un anno accademico di solitudine, sporadica e strana socialità e confronti generazionali. Un anno dopo, Leonardo è a Torino, dove incontra un uomo, semi-conoscente di famiglia, con cui avrà un confronto più diretto del solito.
«Il film vuole essere una testimonianza sulla vita di un ragazzo di 19 anni, uno studente fuori sede. Mi interessava soprattutto raccontare quelle piccole cose che accadono nella vita quotidiana, magari non memorabili, ma che raccontano molto dell’intimità di un ragazzo e l’incapacità di riuscire ad adattarsi allo stile di vita degli altri. Rinchiudersi nell’isolamento e nello studio rappresenta anche una forma di protezione nei confronti di sé stesso. È un modo per evitare tutte le delusioni che possono derivare dall’incontro con gli altri. C’è immaturità e sofferenza.» (Giovanni Tortorici)
«Diciannove non è l’esordio dimesso che accomuna molti debutti del cinema italiano. Al contrario è piuttosto sfrontato, proprio come nella scena dell’esame all’Università in cui Leonardo rifiuta 26 all’esame, momento con echi da Martone di Morte di un matematico napoletano, per l’asprezza del confronto verbale, per il modo in cui nella parola viene spesso sottolineata la recitazione. Tortorici la fa sentire nei dialoghi. Può essere un difetto ma anche una risorsa, un marchio già riconoscibile del suo cinema. (…) Non è il classico racconto in prima persona, non è il film italiano che si parla addosso. Per questo Diciannove è un debutto decisamente convincente e anche i suoi limiti lo rendono, paradossalmente, ancora più elettrizzante.» (Simone Emiliano, mymovies.it)