IL COMPLOTTO DI TIRANA

/ / Chiacchiere, Ospiti

IL COMPLOTTO DI TIRANA

un film di Manfredi Lucibello
con Oliviero Toscani, Marco Lavagetto, Bebo Storti
sceneggiatura: Manfredi Lucibello ● fotografia: Matteo Ferrarini
montaggio: Diego Berrè
produzione: Small Boss Production, con il supporto di Regione Emilia-Romagna
distribuzione: Small Boss Distribution
Italia, 2024● 71 minuti

v.o. italiano con sottotitoli in inglese

Festival del Cinema di Roma 2024: sezione Freestyle Art

proiezione speciale giovedì 8 maggio alle 21.30
ospiti in sala il regista e Adrian Paci

L’ironico e irriverente documentario di Manfredi Lucibello ripercorre le tappe che hanno portato a una delle più memorabili e ingegnose frodi dell’arte contemporanea: lo scherzo-performance della prima Biennale di Tirana nel 2011.

giovedì 8 Maggio
21:30

“Non vi è mai capitato di sentirvi truffati?”. Come in un gioco di scatole cinesi che svelano mano a mano la verità, la domanda torna puntualmente in questo irriverente documentario sull’arte contemporanea e le sue derive che ricostruisce i fatti legati a quello che è passato alla storia come il Complotto di Tirana, una della più grandi performance della storia dell’arte contemporanea. Dicembre 2000. Il celebre fotografo Oliviero Toscani accetta l’invito del critico d’arte Giancarlo Politi a curare una sezione della prima edizione della Biennale di Tirana. Toscani decide di presentare quattro artisti controversi, autori di opere provocatorie e scandalose: Dimitri Bioy, un presunto pedofilo; Marcello Gavotta, un pornografo dichiarato; Bola Equa, un’attivista ricercata dal governo nigeriano; e Hamid Picardo, il fotografo ufficiale di Bin Laden. È solo l’inizio di quella che passerà alla storia come una delle più grandi beffe della storia dell’arte contemporanea. Ora che i reati sono prescritti, i protagonisti possono finalmente raccontare la verità.

«Il mio film sarà il documento della realtà, la prova che i fatti del “Complotto di Tirana” si sono svolti come risultano proiettati. La mia macchina da presa sarà al servizio della realtà. Non mi farò mediatore e manipolatore della realtà. Anche io avrò un rapporto ontologico
con la realtà. Ma se la realtà non esiste? Non mi resta che rappresentarla per quello che è: una menzogna.» (Manfredi Lucibello)

«Il regista, nel raccontare questa assurda vicenda storica, si pone anche un altro quesito: “Che cos’è il documentario?”. Lucibello si abbandona ad una regia libera e autentica, che deve necessariamente avvicinarsi alla verità. Lo spettatore deve sapere che, in una storia di beffe e menzogne, ciò che sta vedendo è la trasposizione reale dei fatti. In questo delirio di verità, anche Lucibello si è divertito a creare la sua personale performance nella pellicola. Nel tentativo tangibile di descrivere il puro gioco dell’arte, in cosa consiste e quanto siamo influenzabili dalle parole di alcune figure illustri, solo perché tali. Nel racconto, riecheggiano le lezioni dell’eterno Andy Warhol, maestro della critica sull’originalità nell’arte: “In futuro, tutti saranno famosi per 15 minuti”. D’altronde, nemmeno siamo certi se Warhol abbia pronunciato queste parole o se gliele abbiano attribuite. Non ci interessa se sia un falso d’autore: siamo disposti comunque a credere che lui lo abbia fatto.» (Ailen Pasos, Taxidrivers.it)