
BIRD
un film di Andrea Arnold
con Nykiya Adams, Barry Keoghan, Franz Rogowski
sceneggiatura: Andrea Arnold ● fotografia: Robbie Ryan
montaggio: Joe Bin
produzione: Ad Vitam Production, Arte France Cinéma, House Productions
distribuzione: Lucky Red
Gran Bretagna, USA, Francia, Germania, 2024 ● 118 minuti
v.o. inglese con sottotitoli in italiano
2024 Festival di Cannes: Concorso

Andrea Arnold, dopo la trasferta americana di American Honey e la digressione animalista di Cow, torna alle sicure sponde della suburra inglese, in un degrado metropolitano sospeso tra Londra e il mare. tra sarcasmo ed empatia, un racconto di formazione al contrario, un accenno di lotta all’accettazione di una realtà a prima vista infame.
07:00
Bailey (Nykiya Adams) ha 12 anni e vive in una casa occupata abusivamente nel nord del Kent con il giovanissimo padre Bug (Barry Keoghan), uno scapestrato circondato da amici senza prospettive, il fratello Hunter (Jason Buda) e Kaleygh (Frankie Box), la nuova fiamma del padre.
E’ una ragazza sensibile e ribelle, che passa il proprio tempo con i giovani teppisti della zona o, più spesso, da sola; la sua vita cambia quando incontra Bird (Franz Rogowski), misterioso vagabondo alla ricerca dei genitori, con cui stringe una profonda amicizia.
«C’è natura nei miei film per lo stesso motivo per cui c’è la magia. Quando guardi qualcosa da vicino – una falena, un verme – sembrano degli alieni. Sembra magico perché lo è. in Bird ho anche idee molto specifiche su tutte quelle cose [magiche] e su cosa significhino per me. Ho aspettato che qualcuno indovinasse cosa dovrebbe essere, che capisse cosa intendo con tutto ciò, e non lo dirò mai, aspetto che qualcun altro lo capisca. Odio spiegare le cose e non voglio rovinare il divertimento. È solo che nessuno l’ha ancora capito! La mia parte preferita di quando guardo un film è dopo, quando finisce, al pub con gli amici, a discutere sul significato di quello che ho visto. Quando vado a una mostra d’arte non guardo mai le didascalie sul muro. Non voglio che mi venga detto tutto. Voglio avere un rapporto con l’opera. Con Bird, non volevo nemmeno mettere Franz [Rogowski] nel trailer. Ma era impossibile mantenerlo segreto.» (Andrea Arnold)
«Trovando un miracoloso equilibrio tra la verace e sapida rappresentazione del sottoproletario britannico e una deriva poetica, lirica, ma anche fantasy così preponderante, Andrea Arnold trasforma il suo sesto lungometraggio di “finzione” in un’opera a suo modo quasi inclassificabile, dotata proprio per questo motivo di una libertà innata, che le permette di non doversi accomodare in regole stantie e abitudini dello sguardo. In tal senso svolge un ruolo non indifferente anche la fotografia in pellicola di Robbie Ryan (sulla Croisette anche con Kinds of Kindness di Yorgos Lanthimos: chissà che un contributo tecnico non possa sottolineare la qualità e la poliedricità del suo lavoro), perché a sua volta si posiziona in un luogo dello spazio/tempo non più contemporaneo, ma materico nel saper tramutare in immagine ciò che gli vive innanzi. Come fosse tornata ai tempi di Fish Tank, ma con continue deviazioni fiabesche, Andrea Arnold tratteggia un romanzo di formazione di una dolcezza straripante, innamorata com’è di (quasi) tutti i suoi personaggi, a partire da lo scombiccherato Bug che ama i suoi figli – che ha avuto poco più che bimbo – di un affetto magari non sempre facile da dimostrare ma densissimo.» (Raffaele Meale, Quinlan.it)