A FIDAI FILM

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A fidai film

un film di Kamal Aljafari
con Darin Dibsy, Kamal Aljafari
sceneggiatura: Kamal Aljafari
montaggio: Kamal Aljafari, Yannig Willmann ● musiche: Simon Fisher Turner
produzione: Kamal Aljafari Studio
distribuzione:
Palestina, Germania, Qatar, Brasile, Francia, 2023 ● 78 minuti

v.o. arabo, ebraico, inglese con sottotitoli in italiano

2024, Visions du Réel IFF Nyon

A Fidai Film di Kamal Aljafari si propone di ricostruire la memoria audiovisiva del popolo palestinese, e quindi di un’auspicabile nazione, quella che era stata cancellata con il saccheggio del Palestine Research Center di Beirut, avvenuto nel 1982 a opera dell’esercito israeliano.

martedì 3 Giugno
21:30

Nell’estate del 1982, l’esercito israeliano invase Beirut. Fece irruzione nel Centro di ricerca palestinese e ne depredò l’archivio, che raccoglieva documenti storici. Con questa premessa, A Fidai Film intende creare una contro-narrazione, presentando una forma di sabotaggio cinematografico che tenta di recuperare le memorie sottratte alla storia palestinese. Una toccante esplorazione di identità, memoria e resistenza raccontata con una commistione di tecniche documentaristiche e sperimentali.

«A Fidai Film mira a ricostruire la memoria di un luogo, la Palestina, che è stato sottoposto a una cancellazione sistematica, non solo della terra e del popolo, ma anche della memoria, e di conseguenza delle sue immagini e dei suoi archivi. Il tentativo di ricreare immagini della Palestina ci conduce quindi non solo alla memoria del luogo, ma soprattutto al suo presente.
Non avrei potuto raccontare questa storia se non con materiale d’archivio. La scoperta della canzone In the Museum of Days ha trasformato completamente il film e ha aiutato la struttura. Troviamo il brano all’inizio e alla fine del film. La parte affascinante del lavorare con found footage è che scopri cose sorprendenti. Era come se fossero state realizzate appositamente per il mio film. La canzone ha reso il film più preciso: è come se fosse stata scritta per il film.» (Kamal Aljafari)

«Un’opera che è, in quanto tale, un atto di resistenza e militanza che propone un flusso di materiale audiovisivo relativo al popolo palestinese, una risposta a quella cancellazione della memoria e un tentativo di ripristinarla. Il titolo stesso del film utilizza il termine fidāʾī che indica colui che si sacrifica, il devoto, il martire, e ormai, nel plurale fedayyìn è assurto a indicare i guerriglieri, i miliziani sostenitori della causa del popolo islamico in ogni territorio e scenario di guerra. Il filmmaker suggerisce tra i titoli di coda, ridotti all’osso perché buona parte di riferimenti a persone deve rimanere nell’anonimato, l’origine del materiale del film, pubblicando uno scambio di messaggi con qualcuno che lo informa di aver trovato un enorme archivio.» (Giampiero Raganelli, Quinlan)