
ERASERHEAD
un film di David Lynch
con Jack Nance, Charlotte Stewart e Laurel Near
sceneggiatura: David Lynch ● fotografia: Frederick Elmes
montaggio: David Lynch ● musiche: Alan Splet e David Lynch
produzione: American Film Institute, Libra Films
distribuzione: Lucky Red e Cineteca di Bologna
Stati Uniti, 1977 ● 89 minuti
v.o. inglese con sottotitoli in italiano
FIRST IMAGE – DAVID LYNCH
un film di Pierre-Henri Gibert
con David Lynch
fotografia: Loïc Bovon ● montaggio: Pierre-Henri Gibert
produzione: Caïmans Productions
distribuzione: Lucky Red e Cineteca di Bologna
Francia, 2018 ● 26 minuti
v.o. inglese con sottotitoli in italiano

opera prima sconvolgente che rivelò al mondo il talento visionario di David Lynch, Eraserhead porta avanti la ricerca artistica del suo autore, già iniziata con la pittura e trasposta in movimento nei primi cortometraggi: un sogno oscuro e perturbante che scava nella mente del regista rivolgendosi alla nostra psiche più profonda, una pellicola unica che ha per la prima volta illuminato la strada verso i mondi di un cineasta dalla carriera a tutti gli effetti ineguagliabile.
versione restaurata e accompagnata dalla proiezione del documentario FIRST IMAGE – DAVID LYNCH
11:00
21:30
Nato in un contesto underground, il primo lungometraggio di David Lynch passa in pochi mesi dalle gallerie d’arte di New York alle sale di tutto il mondo. Primo incunabolo (ma per alcuni il più radicale e ipnotico) delle visioni lynchane: b/n avanguardistico, narrazione apocalittica, vicende inspiegabili e orrore ovunque. Fantascienza e occulto stravolti per sempre, secondo una logica decisamente surrealista.
«Ero un pittore. Dipingevo e frequentavo una scuola d’arte. Non ero interessato ai film. Un giorno ero seduto in un enorme studio, davanti a me avevo un dipinto non ancora ultimato, ritraeva un giardino notturno. C’era molto nero, e dall’oscurità emergevano alcune piante verdi. Improvvisamente queste piante iniziarono a muoversi, e fu come se sentissi un alito di vento. “Fantastico”, dissi fra me e me, e fu così che pensai ai film come la via con cui permettere ai dipinti di muoversi.» (David Lynch)
«Eraserhead stupisce per la capacità di tener fede alla forma linguistica dell’inconscio» (Enrico Ghezzi)
«il regista di Missoula (Montana) condensa già gran parte della propria poetica autoriale: la libertà narrativa, l’amore per le avanguardie storiche, l’attenzione al misterioso, al deviato, al diverso, e via discorrendo. Un film che a prima vista può anche apparire “irraccontabile”, ma che in realtà nasconde al suo interno la descrizione di un’umanità malata perché “normale”, in cui la piccola borghesia acquista il valore di un onirismo incubale, mostruoso e destinato alla dissoluzione. Film sul terrore della paternità e sull’atto creativo come orgiastico momento che prelude alla disperata (auto)distruzione, Eraserhead non assomiglia a nulla di ciò che l’ha anticipato. Si può facilmente immaginare cosa possa aver rappresentato questa visione altra per il pubblico dei midnight movies sul finire degli anni Settanta: un nuovo grande maestro del cinema donava la chiave d’ingresso alla propria deflagrante immaginazione.» (Raffaele Meale, Quinlan.it)