
MYSTERY TRAIN – MARTEDì NOTTE A MEMPHIS
un film di Jim Jarmusch
con Masato Shi Nagase, Youki Kudoh, Screamin’ Jay Hawkinsi, Cinqué Lee,
Rufus Thomas, Jodie Markell, Nicoletta Braschi, Elizabeth Bracco, Steve Buscemi
sceneggiatura: Jim Jarmusch ● fotografia: Robby Müller
montaggio: Melody London ● musiche: John Lurie
produzione: Jvc, Mystery Train Incorporated, Orion
distribuzione: Movies Inspired
Giappone, Stati Uniti, 1989 ● 113 minuti
v.o. inglese con sottotitoli in italiano
1989 Festival di Cannes: miglior contributo artistico

ambientato a Memphis, Tennessee, culla della musica americana, MYSTERY TRAIN è composto da tre episodi intrecciati che si svolgono nella stessa notte e nello stesso hotel fatiscente e racconta con ironia e poesia le storie di personaggi solitari e spaesati. con il suo stile minimalista e il ritmo rarefatto, Jarmusch esplora temi come l’alienazione, l’incontro tra culture e il potere evocativo della musica, soprattutto quella di Elvis Presley, che aleggia come un fantasma silenzioso sullo sfondo.
07:00
Nel cuore di Memphis, tra vecchie stazioni ferroviarie e motel decadenti, tre storie apparentemente scollegate si intrecciano nel corso di una lunga notte. Una giovane coppia di turisti giapponesi, affascinata dal mito di Elvis Presley, vaga per la città in cerca delle radici del rock’n’roll. Una donna italiana, sola e sperduta, condivide inaspettatamente una stanza con una sconosciuta dopo una serie di imprevisti. Intanto, tre piccoli delinquenti—uno di loro reduce da una notte turbolenta—si cacciano nei guai dopo un colpo andato storto.Mentre la notte avanza, le loro traiettorie si sfiorano senza mai incrociarsi del tutto, unite da un filo invisibile di solitudine, musica e coincidenze surreali. Sullo sfondo, la voce di un enigmatico DJ radiofonico accompagna il viaggio di questi personaggi, ricordando che in questa città il passato e il presente si confondono, come in una vecchia ballata blues.
«Quando scrivevo Mystery Train non stavo pensando affatto ai generi cinematografici. Pensavo piuttosto a forme letterarie, a Chaucer… Mi interessava molto l’idea di cose che accadono simultaneamente, personaggi che condividono lo stesso spazio ma non interagiscono, eppure sono collegati da sottili fili…» (Jim Jarmush)
«Non si capisce bene se ‘Mystery Train’ si propone come apologia o condanna di Memphis e della sua musica (è lo stesso dubbio che produceva ‘Nashville’ di Altman), ma tra sospiri poetici e affondi minimalisti vince il divertimento. Ed è irresistibile, dietro le amene presenze degli interpreti principali tutti bravissimi (con una menzione speciale per la nostra Nicoletta), lo schizzo dei clowns di contorno: Screamin’ Jay Hawkins e Cinqué Lee, rispettivamente un gigantesco portiere nero in giacca rossa e un groom con il berretto sulle ventitré. Anche grazie al puntuale controcanto dei due buffoni, Jarmusch si conferma una specie di Lubitsch della generazione post-rockettara: nato per filmare, nato per far ridere e con uno specialissimo ‘touch’ ormai inconfondibile.» (Tullio Kezich, Corriere della Sera)