L’ULTIMO TURNO

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L’ULTIMO TURNO
HELDIN

un film di Petra Biondina Volpe
con Leonie Benesch, Sonja Riesen, Alireza Bayram
sceneggiatura: Petra Biondina Volpe ● fotografia: Judith Kaufmann
montaggio: Hansjörg Weißbrich ● musiche: Emilie Levienaise-Farrouch
produzione: Zodiac Pictures
distribuzione: BIM
Svizzera, Germania 2025 ● 92 minuti

v.o. tedesco, turco, francese con sottotitoli in italiano

2025 Berlinale FF: Special Gala

il film beneficia della tariffa Cinema Revolution a 3,5€
grazie al contributo straordinario del Ministero della Cultura
(tariffa disponibile esclusivamente in cassa)

Sorretto da una viscerale interpretazione della protagonista Leonie Benesch, il nuovo ritratto femminile di Petra Volpe ci conduce nelle dinamiche, nelle tensioni e nelle emozioni che animano i reparti ospedalieri: lo fa con un approccio empatico, emotivo e mai banale, capace di utilizzare la macchina da presa come strumento di indagine rigoroso ed efficace.

giovedì 21 Agosto
16:40

Floria lavora come infermiera in un ospedale cantonale svizzero: è giovane, abile, esperta, disponibile. E come succede sempre più spesso, insieme a una sola altra collega è l’unica di turno nel suo reparto e può contare giusto sull’apporto di una studentessa in tirocinio. Nonostante ciò, Floria riesce incredibilmente a occuparsi di tutti i pazienti, consolando un’anziana signora sola, promettendo a un paziente in perenne attesa l’arrivo imminente del medico, parlando con i parenti di una donna in punto di morte, sopportando le pretese e le ingiurie dei ricoverati con l’assicurazione privata. Per Floria il turno è infinito, e così la sua pazienza, anche dopo aver commesso un errore potenzialmente disastroso.

«Ero a New York durante la pandemia. Sono morte così tante persone, gli ospedali erano sovraffollati. Si vedeva come il personale infermieristico raggiungesse il limite e non si riprendesse mai del tutto. Cercavo un approccio all’argomento e ho letto il libro della giovane infermiera tedesca Madeline Calvelage, in cui descrive la sua vita quotidiana al lavoro. Il libro mi è sembrato un thriller. Questa sensazione di tensione, ansia e ritmo è stata decisiva per la forma del film. Ho contattato Madeline e mi ha consigliato sulla sceneggiatura. Abbiamo elaborato insieme le storie dei pazienti. Ho condotto molte interviste con il personale infermieristico. Anch’io ho lavorato in un ospedale. Attraverso questa approfondita ricerca, con l’aiuto di altre due infermiere e di un medico, la sceneggiatura è emersa lentamente.» (Petra Biondina Volpe)

«La regista Petra Volpe segue la sua protagonista con la macchina a mano nel corso di lunghi piani-sequenza che trasmettono la concitazione delle sue ore. La tecnica naturalmente impeccabile, per quanto garantita ormai da qualsiasi prodotto cinematografico o televisivo (come nel recente Adolescence, ad esempio), crea un’atmosfera di continua tensione, e punta naturalmente all’identificazione dello spettatore con l’esperienza della protagonista. (…) Stanza dopo stanza, conversazione dopo conversazione, cura dopo cura, la frenesia dei movimenti di Floria si oppone alla debolezza dei suoi pazienti, alla loro rassegnazione dopo scoppi di rabbia, ed è in questi spazi di vita, di contraddizione e in fondo di bellezza (come nel confronto con l’arrogante manager malato di tumore al pancreas), che il film lascia alla sua bravissima interprete Leonie Benesch (conosciuta in La sala professori) il tempo e il modo di mostrarsi come uno dei volti più interessanti del cinema europeo, così fragile da non chiedere altro che empatia e così forte da trascinare il film ben oltre i cliché del cinema medico.» (Roberto Manassero, Mymovies.it)