
KNEECAP
un film di Rich Peppiatt
con Móglaí Bap, Mo Chara, DJ Próvai e Michael Fassbender
sceneggiatura: Rich Peppiatt, Móglaí Bap, Mo Chara, DJ Próvai
fotografia: Ryan Kernaghan ● montaggio: Chris Gill, Julian Ulrichs
musiche: Kneecap, Michael ‘Mikey J’ Asante
produzione: Fine Point Films, Mother Tongues Films, Shudder Films
distribuzione: Europictures
Irlanda, 2024 ● 105 minuti
v.o. inglese e gaelico irlandese con sottotitoli in italiano
2025 BAFTA Awards: BAFTA al miglior esordio britannico da regista, sceneggiatore o produttore
2024 Sundance FF: Premio del pubblico – NEXT

KNEECAP, storia vera dell’omonimo gruppo rap irlandese, mette in scena attraverso le interpretazioni del trio stesso l’ascesa di uno dei progetti più audaci, innovativi e coraggiosi del panorama musicale odierno: un esuberante viaggio scandito da ritmi hip-hop tra identità, passione per la vita e la rivendicazione di una lingua, il gaelico, come vero strumento di lotta.
07:00
Nella Belfast post-conflitto, emerge il turbolento trio rap KNEECAP, che getta le basi per la rinascita della lingua irlandese contro l’establishment. Liam Óg e Naoise, autoproclamatisi “feccia di bassa lega”, insieme all’insegnante JJ, diventano un simbolo politico e la voce di sfida della gioventù irlandese inquieta. Mentre lottano per lasciare un segno nel mondo e le pressioni familiari e relazionali minacciano di staccare la spina ai loro sogni, il trio intreccia una narrazione che trascende la musica.
«Tutto è partito da una riflessione sul biopic musicale e come spesso sia un genere piuttosto monotono, che segue sempre la solita struttura narrativa. Ho iniziato a chiedermi se potevo fare un film dove evitavo di analizzare la fine della carriera di un cantante che rimpiange i tempi di gloria, e da lì è partita l’idea di fare l’esatto opposto e analizzare un gruppo musicale che è ancora in piena ascesa.» (Rich Peppiatt)
«Kneecap è audace e vibrante, radicale e osceno, schietto e viscerale, non guarda il mondo in fiamme ma si butta nell’incendio, condanna ogni forma di colonizzazione ideologica e imperialismo industriale per trovare la quadra tra la felicità dei popoli e quella delle famiglie. Un progetto dal respiro lungo che sa mettere insieme le caratteristiche di uno sfrenato intrattenimento con quelle di una solida riflessione sull’identità.» (Lorenzo Ciofani, Cinematografo.it)