
LA VOCE DI HIND RAJAB
un film di Kaouther Ben Hania
con Saja Kilani, Motaz Malhees, Clara Khoury, Amer Hlehel
sceneggiatura: Kaouther Ben Hania ● fotografia: Juan Sarmiento G.
montaggio: Qutaiba Barhamji, Kaouther Ben Hania, Maxime Mathis ● musiche: Amine Bouhafa
produzione: Mime Films & Tanit Films (Nadim Cheikhrouha), James Wilson, Odessa Rae
distribuzione: I Wonder Pictures
Tunisia, Francia 2025 ● 89 minuti
v.o. arabo con sottotitoli in italiano
2025 Mostra del Cinema di Venezia: Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria

DIRETTAMENTE DALLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA 2025, DOVE HA VINTO IL LEONE D’ARGENTO – GRAN PREMIO DELLA GIURIA, ARRIVA IN SALA “LA VOCE DI HIND RAJAB” DI KAOUTHER BEN HANIA (“QUATTRO FIGLIE”), UN FILM POTENTE E NECESSARIO TRATTO DA UNA SCONVOLGENTE STORIA VERA. CON RITMO INCALZANTE E UN REALISMO LACERANTE, LA VOCE DI HIND RAJAB RACCONTA L’ATTESA, LA SPERANZA, MA SOPRATTUTTO LA FRUSTRAZIONE DELL’IMPOTENZA. UN’OPERA STRUGGENTE, PROFONDAMENTE EMOTIVA, CHE TENTA DI RIPORTARE LO SGUARDO SU CHI è STATO CONDANNATO AL SILENZIO.
07:00
29 gennaio 2024. I volontari della Mezzaluna Rossa ricevono una chiamata di emergenza. Una bambina di sei anni è intrappolata in un’auto sotto attacco a Gaza, e implora di essere salvata. Mentre cercano di tenerla al telefono fanno tutto il possibile per farle arrivare un’ambulanza. Il suo nome era Hind Rajab.
«C’era qualcosa di elettrico nell’energia che circondava questo progetto, così immediato, così vivo. Non avrei mai immaginato che sarebbe stato possibile completarlo dall’inizio alla fine in soli dodici mesi. Ecco come è iniziato tutto: ero nel bel mezzo della campagna per gli Oscar di Les filles d’Olfa e mi preparavo mentalmente a entrare finalmente in pre-produzione per un film che avevo passato dieci anni a scrivere. Poi, durante uno scalo all’aeroporto di Los Angeles, tutto è cambiato. Ho sentito una registrazione audio di Hind Rajab che implorava aiuto. A quel punto la sua voce si era già diffusa su Internet. Ho subito provato un misto di impotenza e di sconvolgente tristezza. Una reazione fisica, come se la terra mi fosse mancata sotto i piedi. Non potevo continuare come previsto. Ho contattato la Mezzaluna Rossa e ho chiesto loro l’audio completo. Dopo averlo ascoltato, ho capito che non c’erano più dubbi e che dovevo lasciar perdere qualunque altra cosa. Dovevo fare questo film. Ho parlato a lungo con la madre di Hind, con le persone reali che erano dall’altra parte di quella chiamata, quelle che hanno cercato di aiutarla. Ho ascoltato, ho pianto, ho scritto. Poi ho tessuto una storia attorno alle loro testimonianze, usando la vera registrazione audio della voce di Hind e costruendo un film ambientato in un’unica location, in cui la violenza rimane fuori campo. È stata una scelta deliberata. Perché le immagini violente sono ovunque sui nostri schermi, sulle nostre timeline, sui nostri telefoni. Volevo concentrarmi sull’invisibile: l’attesa, la paura, il suono insopportabile del silenzio quando l’aiuto non arriva. A volte ciò che non vedi è più devastante di ciò che vedi. Al centro di questo film c’è qualcosa di molto semplice, e molto difficile da affrontare. Non posso accettare un mondo in cui un bambino chiede aiuto e nessuno arriva. Quel dolore, quel fallimento, appartengono a tutti noi. Questa storia non riguarda solo Gaza. Parla di un dolore universale. E credo che l’invenzione narrativa (soprattutto quando trae spunto da eventi verificati, dolorosi e reali) sia lo strumento più potente del cinema. Più potente del rumore delle ultime notizie o dell’indifferenza dello scrolling. Il cinema può preservare un ricordo. Il cinema può resistere all’amnesia. Che la voce di Hind Rajab possa essere ascoltata.» (Kaouther Ben Hania)
«La voce di Hind Rajab è militante, indignato, toccante nella misura in cui fa convergere la testimonianza e la ricostruzione, la “mosca sul muro” e il kammerspiel. E consegna al cinema – come forma espressiva e strumento che può interrogare e scuotere – la possibilità di raccontare, ricostruire, fissare una storia nota – e soprattutto ascoltata, poiché la registrazione audio di Hind è da tempo disponibile in rete – così da sottolinearne la portata universale. Perché, sì, il finale con le immagini reali, sia quelle agghiaccianti dell’attentato che quelle struggenti del passato di Hind, ci ricorda di Gaza e del genocidio in corso» (Lorenzo Ciofani, Cinematografo)