IL PIANETA SELVAGGIO

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IL PIANETA SELVAGGIO
LA PLANèTE SAUVAGE

un film di René Laloux
disegnato da Roland Topor
sceneggiatura: Roland Topor, René Laloux
basata sul romanzo Homo Domesticus di Stefan Wul
fotografia: Boris Baromykin, Lubomir Rejthar
montaggio: Hélène Arnal, Marta Látalová ● musiche: Alain Goraguer, Claude Pascal
produzione: ARMORIAL ORTF, CESKOSLOVENSKY
distribuzione: CG Entertainment in collaborazione con Cat People
Francia, Cecoslovacchia, 1973 ● 72 minuti

1973 Festival di Cannes: Premio speciale

v.o. francese, ceco con sottotitoli in italiano

Restaurato in 4K da Argos Film nel 2025. Il pianeta selvaggio è stato digitalizzato
e restaurato da Eclair Classics utilizzando gli elementi fotochimici originali:
il negativo in acetato da 35 mm, l’interpositivo da 35 mm per
alcune sequenze e il negativo ottico da 35 mm per il sonoro.

la proiezione del film è preceduta dal cortometraggio LES ESCARGOTS di René Laloux

Tratto dal romanzo di fantascienza di Stefan Wul Homo Domesticus (Oms en série, 1957), il film nasce dall’incontro delle menti geniali del leggendario regista Renè Laloux (Les Temps Morts, Les Escargots, I maestri del tempo), e di Roland Topor, fondatore del movimento surrealista Panique con Arrabal e Jodorowsky, disegnatore, scrittore, autore e attore. Poetico, surreale, psichedelico, con un impatto visivo straordinario che richiama le opere di Dalì, Bosch, Magritte e Doré, Il pianeta selvaggio travolge ancora il pubblico contemporaneo grazie a un messaggio di forte attualità sulla deumanizzazione e l’autodeterminazione.

martedì 4 Novembre
16:40

Sul pianeta Ygam vivono giganteschi androidi di nome Draag che praticano la meditazione. I loro figli passano la gran parte del tempo in compagnia degli Oms, uomini minuscoli che provengono da un pianeta oramai distrutto e utilizzati dai Draag come animali domestici. Terr, cresciuto e custodito da Tiwa fin dalla sua nascita, intuisce che la saggezza dei giganti viene trasmessa tra di loro attraverso messaggi captati da una specie di cuffia elettronica. Quando Tiwa viene iniziato alla meditazione, Terr fugge impadronendosi di una di queste cuffie.

«Il mondo ha senso solo se abbiamo il coraggio di reinventarlo.» (Renè Laloux)

«Il Pianeta Selvaggio è uno splendido ritratto di come il mondo non evolva mai. Lo si può interpretare come un’allegoria del colonialismo, c’è chi ci vede un parallelismo con l’Olocausto, chi lo vede come la tendenza che la modernità ha nel fagocitare tutto ciò che la circonda. Lo si può guardare sotto un’ottica animalista e leggerlo sotto la chiave del maltrattamento animale, non sbaglieremmo neanche così. Potremmo osservarlo con uno sguardo ancora più contemporaneo e ci verrebbero alla mente i recenti conflitti tra Russia e Ucraina o la questione Israelo-Palestinese. La verità è che Il Pianeta Selvaggio cattura perfettamente quella che è la natura umana sebbene, paradossalmente, si serva di creature non umane per farlo. C’è quel timore della diversità che è propria dell’uomo, c’è il bisogno di controllo e il bisogno di quantificare tutto ciò che gli passa sotto gli occhi, c’è quel desiderio di fuga che qui vediamo materializzarsi con la meditazione, c’è il voler imporre la sua opinione sui suoi discendenti, c’è il volersi credere sempre e comunque invincibile, per poi trovarsi spiazzato di fronte a quella che è la più vera delle verità: non lo è.» (Andrea Di Grazia, npcmagazine.it)