Ferdinando Scianna – Il fotografo dell’ombra

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Ferdinando Scianna – Il fotografo dell’ombra

un film di Roberto Andò
con Ferdinando Scianna, Giuseppe Tornatore, Gianni Berengo Gardin,
Silvano Nigro, Dacia Maraini, Marco Belpoliti, Mimmo Paladino
sceneggiatura: Roberto Andò ● fotografia: Matteo Pedicini
montaggio: Maria Fantastica Valmori ● musiche: Michele Braga
produzione: Bibi Film
distribuzione: Fandango
Italia, 2025 ● 86 minuti

v.o. italiano

2025 Mostra del cinema di Venezia: Fuori Concorso

Nel cuore della Sicilia nasce lo sguardo di Ferdinando Scianna, fotografo e narratore, testimone di un mondo che cambia senza mai smettere di cercare la sua verità. Ferdinando Scianna – Il fotografo dell’ombra di Roberto Andò è un viaggio nella vita e nell’opera di un artista che ha trasformato la fotografia in una forma di pensiero, capace di unire il giornalismo alla poesia, la cronaca all’immaginazione.

lunedì 1 Dicembre
06:00

Mangiatore di vita, Ferdinando Scianna è oggi un signore di oltre ottant’anni, con una mente scattante, piena di storie incredibili. Può persino raccontare di aver fatto delle prove di morte. Entrare nella sua vita vuol dire ripercorrere un’esistenza segnata da incontri con alcuni giganti della cultura del Novecento, intessuta di amicizie e domande sul senso del fotografare, sul significato che può ancora avere produrre delle immagini. Scianna rivendica la specificità della fotografia, affrancandola dall’essere una forma d’arte. È un’altra cosa, dice. Le attribuisce la funzione insostituibile di sonda del reale, in un’epoca in cui le immagini sembrano nascondere più che rivelare, e la realtà pare sul punto di sparire.
È affascinante quando parla, Scianna: irresistibile. Lo vedremo in azione durante un viaggio a Bagheria, mentre va a ritrovare vecchi amici che ha fotografato in gioventù e vuole ri-fotografare. Lo vedremo cercare tracce di Sciascia nella sua casa di Palermo. Lo vedremo a Milano, mentre srotola il filo della sua vita per raccontarcela, cercando di restituire quel quid che rende la fotografia un’avventura meravigliosa e un destino.

«Da bambino, la Sicilia mi sembrava un luogo indecifrabile nelle sue caotiche contraddizioni. Troppa luce, e poi troppa ombra. Difficile prendere le misure, impossibile non sentirsi disorientati. Ho cominciato a ragionare sul caos che mi circondava attraverso le parole degli scrittori siciliani, su tutti Leonardo Sciascia. In parallelo, ho scoperto le foto dei grandi fotografi siciliani, in primis quelle di Scianna. Questo film è un modo per riconoscere il senso di quell’influenza, in cui si combinano, come sempre accade con la fotografia, la mente, l’occhio e il cuore. È raro trovare un fotografo che abbia espresso con tanta intensità le tensioni profonde della fotografia, come ha fatto Ferdinando.
E che si sia raccontato anche attraverso la scrittura, in dialogo costante con la grande letteratura.
Cresciuto in una civiltà in cui il fotografo era “uno che ammazza i vivi e resuscita i morti”, Scianna appartiene alla categoria dei fotografi raccontatori. Guardando alla sua opera, si ha l’impressione di leggere un grande romanzo da cui emergono luoghi, volti e voci del mondo. Un romanzo che celebra la dignità e la contraddizione umana. Un romanzo costruito sulla luce, a partire dall’ombra.» (Roberto Andò)

«Con Ferdinando Scianna – Il fotografo dell’ombra Roberto Andò costruisce un ritratto che è, al tempo stesso, dichiarazione d’amore e riflessione sulla visione. Non un semplice omaggio biografico, ma un film-saggio sulla fotografia come forma di resistenza alla dissolvenza del mondo. L’incontro tra Andò e Scianna diventa un dialogo sulla materia stessa del vedere: la luce, l’attesa, la morte, l’ombra che custodisce più di quanto riveli. Nel bianco e nero severo e poetico del documentario si avverte la continuità di una genealogia che attraversa la cultura siciliana – da Sciascia a Rosi, da Consolo a Tornatore – e che Andò restituisce con un pudore classico, senza indulgere né all’enfasi né alla nostalgia. Scianna emerge come figura di rara consapevolezza: la sua arte, sospesa tra appartenenza e fuga, trasforma la perdita in racconto e l’oscurità in pensiero. Il risultato è un’opera che respira il ritmo lento del tempo e interroga la memoria come atto di conoscenza. Un film che non vuole spiegare, ma restituire la vibrazione segreta delle cose: la stessa che resta impressa, come una luce antica, in ogni fotografia di Ferdinando Scianna.» (Francesco Puma, Quinlan)