LE DUE SPONDE DEL FIUME

/ / Senza categoria

LE DUE SPONDE DEL FIUME
THE SIDE OF THE RIVER

un film di Federico Iris Osmo Tinelli
con Gino Ape, Pirangelo Pandiscia, Carmen D’Onofrio, Jos Olivini, Alex De Simoni
sceneggiatura: Federico Iris Osmo Tinelli ● fotografia: Francesco Grecchi, Filippo Grecchi
musiche: Enten Hitti Ensemble
produzione: Ensemble Enten Hitti, Federico Iris Osmo Tinelli
distribuzione: Ensemble Enten Hitti, Federico Iris Osmo Tinelli
Italia, 2025 ● 40 minuti

senza dialoghi

2025 Beyond Border IFF: Miglior Film Sperimentale
2025 Mate Music Video Awards: vincitore

proiezione speciale giovedì 4 dicembre ore 22.00
ospite in sala il regista Federico Iris Osmo Tinelli
al termine della proiezione, session improvvisativa di musica con la Band Enten Hitti,
story-telling al microfono dei protagonisti del film,
e contest di cucina sul tema del Pan-De-Fich, dolce tipico della Val Chiavenna

dopo Filmix, Federico Iris Osmo TInelli torna al Beltrade con Le due sponde del fiume, una nuova opera in cui musica e immagini si fondono innalzandosi a vicenda, realizzata con la collaborazione dell’Ensemble Enten Hitti.

giovedì 4 Dicembre
22:00

“Le due sponde del Fiume” è un film sperimentale di 41 minuti co-pensato e co-prodotto dall’Ensemble Enten Hitti e la crew del regista Federico Iris Osmo Tinelli. Girato tra il Tempietto di San Fedelino (Riserva Naturale Pian di Spagna e Lago di Mezzola) e i luoghi antropizzati vicini, l’opera si può definire un vero e proprio poema musicale. In “Le due sponde del Fiume” il cinema non prevale sulla musica, né la musica domina il film: audio e visivo si fondono in un unico organismo. La colonna sonora, interamente composta dall’Ensemble Enten Hitti, raccoglie trent’anni di ricerca e sperimentazione. I musicisti compaiono in scena con un ruolo simbolico, allegorico e poetico. Il titolo richiama una dicotomia fondamentale della condizione umana: la tensione tra natura e cultura. Il fiume Mera traccia una linea tra due mondi: da un lato la vegetazione e la fauna selvaggia, con il Tempietto di San Fedelino del XI secolo, luogo di eremitaggio e ricerca spirituale; dall’altro la civitas, con le strutture industriali abbandonate, i divertimenti dei giovani, le nuove case residenziali, le strade, il traffico, gli amori e le umane vicissitudini. La continua alternanza di riprese fra il lato selvaggio e quello urbanizzato è metafora della condizione umana. Sempre alla ricerca dell’equilibrio tra bisogni materiali e aspirazioni spirituali.