TRE UOMINI E UNA GAMBA

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TRE UOMINI E UNA GAMBA

un film di Massimo Venier, Aldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomo Poretti
con Aldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti, Marina Massironi, Carlo Croccolo, Luciana Littizzetto
sceneggiatura: Aldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti, Giorgio Gherarducci, Lucio Martignoni, Massimo Venier ● fotografia: Giovanni Fiore Coltellacci
montaggio: Marco Spoletini  ● musiche: Phil Palmer, Marco Fomi
produzione: Rodeo Drive, Marco Poccioni, Marco Valsania, Paolo Guerra, A.GI.DI
distribuzione: Medusa Film
1997 ● 100 minuti

v.o. in italiano

1998 Nastro d’argento speciale ad Aldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomo Poretti

In occasione dell’uscita del documentario che documenta il viaggio artistico del trio comico, ecco ritornare sul nostro schermo la commedia che ha segnato indelebilmente l’immaginario collettivo di almeno due generazioni di spettatori: un esperimento produttivo nato quasi per caso che ha saputo catturare la vitalità, l’intelligenza e l’inconfessata tenerezza di Aldo, Giovanni e Giacomo. Torniamo allora a ridere assieme per una gamba che il nostro falegname faceva meglio per 30000 lire e a chiederci se, almeno una volta nella vita, abbiamo rischiato qualcosa.

sabato 13 Dicembre
21:30

Aldo, Giovanni e Giacomo, tre commessi di una ferramenta milanese, una delle tante di una catena appartenente al suocero di Aldo e Giovanni – che hanno sposato due delle figlie del padrone – partono in auto per Gallipoli (Lecce) dove Giacomo deve sposare la terza sorella, trasportando una gamba di legno, pregiata opera d’arte sulla quale il suocero intende speculare. Intessuto di disavventure di viaggio e di tre shorts parodistici fuori testo, il frammentario film affidato al collaudato schema della commedia sentimentale con risvolti amari è tenuto insieme dal gioco di squadra degli attori/personaggi; poche parolacce, e funzionali, senza volgarità intellettuali.

«L’abbiamo fatto veramente con dei mezzi [di fortuna], ci prendevano anche un po’ in giro, chi produceva quel film lì, erano veramente dei mezzi ridicoli… Poi erano uscite pochissime copie, 43 copie che sono proprio… come dire, facciamo una a Milano, una a Roma… poi invece incredibilmente col passaparola piano piano [il film] è rimasto su.» (Giovanni Storti)

«Tre uomini e una gamba era un omaggio al cinema in quanto tale, alla comicità come modo di interpretare la vita reale e non una sua deformazione, ma soprattutto ebbe lo straordinario merito di mostrare che vi era un’altra possibilità di far ridere, andando oltre il prototipo allora assolutamente dominante dei cinepanettoni. Perché parliamoci chiaramente, Tre uomini e una gamba dopo 25 anni, a guardarlo risulta essere quasi un trattato generazionale, sociologico, culturale. Questo in virtù di tematiche, personaggi e in generale una semantica che non si allontanava dalla quotidianità ma al contrario la utilizzava come straordinaria risorsa. Perché tutti, indipendentemente dall’età che avevamo quando guardammo per la prima volta il Trio al cinema, ci siamo sentiti Aldo Giovanni e Giacomo almeno una volta nella nostra vita.» (Giulio Zoppello, Wired.it)