Les Sauteurs

/ / Senza categoria

Les Sauteurs ● Those who jump

un film di Moritz Siebert, Estephan Wagner, Abou Bakar Sidibé
fotografia: Abou Bakar Sidibé ● montaggio: Estephan Wagner
suono: Henrik Gamov ● produzione: Final Cut For Real
distribuzione: ZaLab Associazione Culturale
in collaborazione con I Wonder Pictures/Unipol Biografilm Collection
Danimarca, 2016, 82 minuti

v.o. francese, bambara, sottotitolata in italiano

lunedì 20 marzo ore 21.30
proiezione speciale al termine
chiacchiere via skype con Abou Bakar Sidibé

Berlinale, Ecumenical Jury Prize; Premio Amnesty International

dopo il passaggio in anteprima in occasione de IL MESE DEL DOCUMENTARIO, torna al beltrade LES SAUTEURS, un incredibile sguardo e punto di vista interno sui ragazzi che rischiano la vita per saltare al di qua del muro

grazie alla collaborazione di ZaLab e I Wonder Pictures, il film avrà anche una proiezione speciale il 20 marzo con il coautore in collegamento skype

Salutato alla Berlinale da Joshua Oppenheimer (The Act of Killing, The Look of Silence) come «un capolavoro di empatia e di immaginazione morale», è un film di spiazzante bellezza e umanità. I corpi, le storie, lo sguardo infinito di quegli esseri umani che si ammassano a Melilla, un’enclave spagnola in Marocco protetta da un complesso sistema di barriere, che rappresenta una possibile porta per l’Occidente in terra africana. Abou è l’occhio dietro la telecamera che ci porta all’interno di questa realtà, la comunità dei migranti radunati sul Monte Gurugu in attesa di superare la frontiera. Grazie a lui, in un racconto corale ricco e colorato, incontriamo le persone e le loro storie, siamo davanti alla ferita più profonda del mondo che stiamo vivendo.

«Mentre progettavamo il film tentammo di sviluppare un’idea estetica che potesse idealmente aggiungere una nuova o diversa qualità ai lavori già esistenti su questo tema. Quando ricevemmo i primi filmati da Abu avemmo subito l’impressione che ci fosse qualcosa nelle sue immagini che noi non saremmo mai stati in grado di ottenere. Era quasi un’esperienza fisica: attraverso queste immagini abbiamo la sensazione di poter sentire l’odore dei luoghi filmati. Ci trasmettono un tipo di immediatezza che noi non avremmo potuto produrre.» (Moritz Siebert)

«In cerca di mezzi più onesti per catturare l’esperienza dei rifugiati, i documentaristi Moritz Siebert e Estephan Wagner hanno l’idea di consegnare la videocamera a un migrante del Mali, Abou Bakar Sidibe, e tirarsi da parte. Il risultato è uno dei film più autentici su un tema così scottante. I tentativi dei subsahariani di oltrepassare il muro tra il Marocco e l’enclave spagnola di Melilla sono filmati come un’autobiografia, scavalcando così il consueto problema del rapporto soggetto/oggetto solitamente ignorati dalla maggior parte dei documentari.»(Jay Wiessberg, Variety.com)

Miglior documentario al Salina FF con questa motivazione: “questo racconto dell’assalto a un’enclave europea in Africa rovescia il punto di vista della ‘Fortezza Europa’ e la logica di ‘Noi contro Loro’, affidando la narrazione a quelli che vengono considerati ‘assalitori’. E’ un film che sfrutta pienamente le possibilità democratiche offerte dalle nuove tecnologie di ripresa digitale, un film che è insieme manuale di sopravvivenza e viaggio esistenziale di grande umanità.”